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(ASI)Lettere in Redazione - Migliaia e migliaia sono le persone che sbarcano, una vera e propria emergenza umanitaria con un impatto che mai l’Italia potrà affrontare e risolvere.

Questo comporta un devastante impiego delle poche risorse delle forze di polizia, di quelle sanitarie e strutturali.

L’italia, in questa gravissima congiuntura economica, dove è stata “annunciata” una ipotetica ed impossibile ripresa, si sta già trovando con un welfare che è quasi azzerato, con la ricomparsa di malattie debellate, con il piano assistenziale e di sostegno ridotto al lastrico, oltre al fatto che non si conoscono coloro che sono scappati da regimi detentivi  e criminali.

Una Italia all’apparente sbando abbandonata dall’Europa, una Italia incapace di reagire, messa in ginocchio da questo devastante impatto che, a breve, potrebbe vedere in tutte le Città la presenza massiva e pervasiva di questi disperati che potrebbero provocare, come già sta accadendo, gravissimi problemi di ordine e sicurezza pubblica.

Gli italiani stanno già soffrendo, da anni, una crisi senza pari, e le politiche di accoglienza sono già disastrate e fallimentari.

L’ingresso incontrollato di questi disperati, che si trovano in una Italia agli sgoccioli e allo stremo, sta causando problemi sociali ed una sempre più crescente “insofferenza” che potrebbe sfociare in un razzismo reciproco che è come un fuoco dormiente prossimo ad accendersi.

Sarebbe una vera e propria guerra tra poveri, che è già iniziata con toni pericolosi dove, ogni giorno, le vittime sono troppe, come le morti violente, dove la parola integrazione, con questo dramma economico e sociale, viene utilizzata in modo troppo pericoloso. Sono state rilasciate delle dichiarazioni che hanno creato false speranze nei migranti e, in molti casi, le avrebbero recepite quasi come un invito a sbarcare in Italia.

Dichiarazioni che dovrebbero essere filtrate da appositi uffici stampa o da portavoce.

Ma una volta che questi hanno evitato il dramma nei loro paesi, una volta che hanno superato il dramma del viaggio, una volta che sono arrivati vivi sulle coste italiane, si ritrovano in questa Italia a vivere l’ulteriore dramma e questo scatena reazioni a catena incontrollabili al pari delle rivolte, delle aggressioni alle forze dell’ordine e delle fughe dai C.A.R.A. e dai C.I.E..

Migliaia di persone senza nessun controllo sanitario girano per l’Italia, un’Italia dalle frontiere chiuse, dove anche i crimini violenti stanno raggiungendo livelli pericolosi tanto che, con le forze di polizia ridotte agli sgoccioli, siamo già in una preoccupante situazione per l’ordine e la sicurezza pubblica.

L’Unione Europea deve aiutare immediatamente l’Italia e dare le risorse necessarie a potere affrontare questa EMERGENZA UMANITARIA.

La politica italiana deve agire immediatamente per far realizzare interventi non dove arrivano i migranti, ma da dove partono.

Nei tanti anni, anziché assistere, inermi, alla morte di migliaia di migranti nel tragitto della speranza l’Unione Europea, l’UNHCR e le associazioni umanitarie, a nostro parere, non devono intervenire a Lampedusa, Siracusa, Trapani, etc., ma devono essere presenti già nei paesi di origine di questi disperati e sulle loro coste per aiutarli al massimo.

Se solo tutti quei miliardi di euro fossero stati spesi in quei Paesi non ci troveremo a spenderne altri… in questo modo. Il problema si deve affrontare dove nasce e non dove si presenta.

Portici, 09 agosto 2013 Il Presidente SAVASTANO Carmine

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