(ASI)
Lettere in Redazione - La Commissione unica nazionale dei conigli vivi da macello (Cun) ha quotato al ribasso i prezzi, nonostante la tendenza del mercato fosse in lieve rialzo e i ritiri regolari.
Gli allevatori, infatti, avevano dichiarato nella precedente seduta un aumento del prezzo di 0.02 euro al chilo - condivisa dai macellatori in virtù del vigente regolamento - per via della domanda sostenuta in alcune parti d’ Italia, in particolare Centro-Sud e Piemonte dove ormai la rarefazione degli allevamenti è evidente, come nel resto d’Italia. “In tale contesto – dichiara Saverio De Bonis, presidente dell’Anlac (Associazione liberi allevatori di conigli), aderente ad AGCI Agrital, e Commissario nazionale della Cun - è anomalo che i prezzi della settimana dal 22 al 26 luglio 2013 abbiano raggiunto euro 1,53/kg, essendo ormai da diverse settimane sotto il livello di costo medio (euro 1,9-2,0/kg), grazie alla diffusione di notizie fuorvianti che finiscono per alterare fraudolentemente il mercato italiano, cagionando danni al patrimonio zootecnico nazionale (si registra peraltro un’incessante richiesta dei macellatori piemontesi che hanno dichiarato di non trovare merce). È bene ricordare – continua De Bonis - che l’istituzione della Commissione unica nazionale (cun) nasce da un Protocollo d’intesa tra tutti i principali operatori di mercato interessati e dall'esigenza di monitorare, tutelare e rendere trasparente il mercato nazionale. Tale esigenza di tutela tuttavia ancora non vede applicate le disposizioni di divieto di vendita sottocosto sancite dall’ art 62, estese ai prodotti agricoli, che trovano una ratio anche nelle sentenze della Corte di Giustizia europea. L’azione di vigilanza della Cun, infatti – conclude il Presidente dell’Anlac - è praticamente inesistente, nessuno ha chiesto l’intervento dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, cui la legge ha assegnato il compito di accertare le violazioni dell’ art 62”.
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