(ASI) Uno dei massimi esperti del settore e autore de “La verità sull'oro”, spiega quali sono i tre tipi di investimenti in metallo prezioso.
Quali i rischi e quali i vantaggi.
Secondo una ricerca condotta dal World Gold Council (WGC) l'Associazione industriale delle aziende minerarie aurifere, l'oro è diventato il prodotto d'investimento più popolare fra i nostri connazionali. Nello specifico, fra le tipologie preferite dagli investitori nostrani, troviamo i lingotti con il 19% del campione, i gioielli in oro fino (18%) e gli ETF con l'oro come sottostante (15%).
La novità è la fascia più propensa a investire in oro rappresentata dai Millennial. Il dato è notevole, oltre il 50% dei giovani intervistati possiede oro nel proprio portafoglio e quasi la metà, il 49%, lo ha acquistato recentemente. C’è però anche un risvolto della medaglia: il 22% di coloro che vogliono investire in oro per la prima volta, sono preoccupati di imbattersi in metallo contraffatto oppure di finire raggirati in qualche truffa.
“Per quanto riguarda gli investimenti in oro” – spiega David Campomaggiore, Ceo di OroEtic e autore del libro “La verità sull'oro” – “c’è da segnalare un errore nel sondaggio. Viene riportato che il 19% degli intervistati possiede gioielli in oro fino ma c’è da sottolineare che i gioielli non vengono mai realizzati in oro puro (fino), perché è troppo malleabile e morbido per essere lavorato. Ne uscirebbero dei monili eccessivamente delicati. Per ovviare a questa problematica, infatti, viene creata una lega”.
Non è invece un errore evidenziare quanto gli italiani si stiano avvicinando agli investimenti in metallo prezioso.
“Dal nostro osservatorio e dalle continue ricerche di marketing che facciamo” – prosegue Campomaggiore – “riceviamo spessissimo delle domande su quale sia l’investimento migliore. Spesso, però, mi trovo a dover consigliare clienti o amici a non investire. Molte persone tendono a voler collocare tutti i loro risparmi e questo è sempre un errore, soprattutto se non si ha altra liquidità sul conto corrente. L’investimento in oro richiede del tempo e se dovesse sopraggiungere una spesa imprevista verrebbe a crearsi un grande problema per l’investitore. È quindi un ottimo investimento se bilanciato bene all’interno di una strategia ben pianificata”.
Veniamo, invece, al 19% del campione che fa investimenti in lingotti. “Vanno fatte subito delle precisazioni perché ci sono diverse forme di investimento in oro”, chiarisce Campomaggiore.
“La più classica è quella di comprare dei lingotti o delle monete di investimento con titolo superiore a 900 millesimi, e di farsele spedire a casa oppure di ritirarle in un negozio abilitato alla vendita. Successivamente, questi lingotti o monete, devono essere custoditi in una cassaforte o, altrimenti, in delle cassette di sicurezza, in banca. I costi non sono proibitivi e si va dagli 80 ai 120 euro all’anno, a seconda della dimensione”.
Un altro modo di investire in oro, invece, è quello di comprare dell’oro fisico ma lasciandolo in custodia alla società che lo ha rivenduto. “In questo caso verrà conservato nel caveau del venditore. Noi avremo un documento che ne attesta l’acquisto ma è bene ribadire che non avremo l’oro fisicamente con noi. Qual è il problema? Dovremo fidarci della società che ce lo ha venduto. Deve essere una società molto solida e che non possa andare incontro a eventuali fallimenti. In questo caso, occhio ai furfanti. Molte società sono realizzate ad hoc da degli impostori. Personalmente lo considero un investimento più delicato”.
Un terzo caso è quello di comprare oro non allocato. “Questo è un investimento un po’ più complesso. Ovvero significa che abbiamo semplicemente una ricevuta che attesta il credito che vantiamo nei confronti della società o della banca che ci ha venduto oro non allocato ma non siamo proprietari di una specifica quantità di oro. Questa operazione viene fatta specialmente dalle banche perché in questo modo mantengono la possibilità di poter liquidare il proprio oro in caso di urgenti necessità, così come richiede la legge”.
A questo punto, però, qualsiasi sia il metallo acquistato, Campomaggiore evidenzia che ogni investimento in oro deve essere molto ponderato ed effettuato solamente dopo una attenta analisi del fornitore. “Dobbiamo cercare un venditore affidabile e per fare questo dobbiamo assicurarci che il negozio o il venditore abbia una storicità, abbia una società sana con un bilancio in attivo”. Ma non solo. Si consiglia sempre di verificare online se questa attività commerciale abbia delle recensioni positive di altri acquirenti. “È anche importante che il fornitore sia iscritto all’OAM (è obbligatorio), un registro al quale ci si può iscrivere solo se si hanno tutti i documenti in regola per poter operare”, conclude il Ceo di OroEtic.