(ASI) Il 2023 si apre con segnali contrastanti sulla fiducia degli operatori economici. Il miglioramento del sentiment degli imprenditori lascia ben sperare per una ripresa nella tarda primavera, con rafforzamento nella parte finale dell’anno.
Ma prima bisognerà affrontare almeno un trimestre difficile. La possibile fase recessiva sarebbe innescata dalla frenata dei consumi, come confermato oggi dalla riduzione della fiducia delle famiglie, le cui conseguenze già si leggono nel deterioramento della fiducia presso le imprese del commercio al dettaglio.
La persistenza di un’elevata inflazione, ancorchè in calo rispetto ai picchi raggiunti negli ultimi mesi dello scorso anno, non può che ridurre il potere d’acquisto dei redditi correnti e della ricchezza non protetta dall’incremento dei prezzi. I pure ingenti sostegni pubblici alle famiglie e alle imprese non sono sufficienti per neutralizzarne completamente gli effetti negativi sulla spesa e, quindi, sulla produzione interna. Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.