CONDONO O CONCORDATO ? IL RISULTATO NON CAMBIA
(ASI) Amici Lettori, in questi ultimi giorni antecedenti a quella che sembra dovra' essere la soluzione dei nostri mali economici ed in particolare per lo sviluppo della competivita', non si fa altro che disquisire sulla “giiustezza” o meno del “condono! Stiamo assistendo ad una serie di enunciazione di principi “ morali” sul da farsi per recuperare i fondi per lo sviluppo in Italia.
E' inutile che l'italia si vesta di ritrovata moralita' ! Soprattutto in questi ultimi tempi!!! Gli oppositori al “condono o concordato” si stanno strappando le vesti ed a dire il vero, cio' mi lascia molto perplesso, su questa ventata di novella moralita'! Da un lato si parla che sono state evidenziate delle cifre molto alte derivanti dalla lotta alla evasione fiscale e dall'altro si partla di eventuale”vanificazione” per un condono e quindi della possibilita' di ottenere tali introiti.
Tale modo di pensare non è convincente; se si è giunti a quantificare da un lato l'importo della evasione, cio' significa che si sa dove andare a scovare l'evasione! Allora mi chiedo:se gli importi cosi' come dichiarati nelle manovre finanziarie sono in grado di coprire l'eventuale gettito che potrebbe derivare dal condono o meno come si fa a determinare con certezza l'ammontare del recupero delle entrate da evasione gia' accertata!!
In definitiva a me sembra che siano state preventivate in maniera eccessiva le somme “da recuperare dalla evasione”( si badi bene che le percentuali di recupero effettivo sono di gran lunga inferiore ed i tempi sono elefantiaci!)
infatti potremmo temere che, forti dell'alto ammontare da recuperare, all'atto pratico, il credito potrebbe essere molto piu' basso ed inferiore alle aspettative, con timore di effettuare ulteriori manovre finanziarie.
Nella situazione economica in cui ci troviamo, dobbiamo lasciare da parte i “falsi moralismi”, le “affermazioni di principio sull'aspetto diseducativo” del condono che potrebbe incoraggiare la evasione.
Quello che conta e' non andare in defalut! In Italia in trent'anni vi sono stati condoni a raffica indipendentemente dal “colore” dei governi che si sono succeduti.
Le risorse le dobbiamo ricercare! Se la “casta” non fa passi indietro vuoi per motivi elettorali, vuoi per bisogni ed egosimi particolari, il cittadino , che si sente e certamente lo è a dismisura, vessato dallo Stato,non vuole il defalut!
Il sistema ed ordinamento fiscale italiano è fondato su una intelaiatura iniqua che presta il fianco sia alla evasione che alla elusione fiscale e contributiva: è lo Stato che si comporta in maniera immorale e quindi non puo' pensare di dare il buon esempio e defraudare l'impresa, la piccola impresa che in Italia manda avanti la produzione, i professionisti e tutti coloro che lavorano nel settore della prestazione dei servizi.
Penso che realisticamente, nell'ottica di una rivoluzione epocale del sistema tributario che dovrebbe essere improntato ad un rapporto di correttezza e fiducia tra contribuente e Fisco, con snellezza nell'adempimento degli obblighi contabili, nella flessiblita' e deburocratizzazione del sistema impresa,nella “giusta tassazione” e cio' a prescindere dalla impellente necessita' di riscuotere tributi, senza alternative valide ed efficaci, un condono o come dir si voglia, “concordato” mirato a mettere una pietra tombale sui rapporti pregressi ed iniziare un'epoca nuova, basata su un reciproco rapporto di fiducia,sia la soluzione allo stato attuale migliore, purchè, dico purchè lo Stato una volta per tutte, decida di non essere piu' in maniera assoluta il “socio occulto “ dell'impresa e del lavoratore.
Mauro Rosati di Monteprandone de Filippis Dèlfico
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