(ASI) - Gli ultimi dati Istat pubblicati sul rapporto per l’Agenda 2030 in Italia delle Nazioni Uniti riguardo alla povertà nel nostro paese sono molto sconcertanti; essa serve a delineare a livello mondiale le direttrici delle attività dei successivi 15 anni, con lo scopo di porre fine alla povertà ed è composta da 17 obiettivi da raggiungere.
Si tratta del cosiddetto ‘rapporto SDGs - Sustainable Development Goal'. Si parla di 18 milioni di persone a rischio povertà, esattamente il 30% della popolazione complessiva. Il pericolo di esclusione sociale riguarda quindi quasi un terzo degli italiani, un dato di gran lunga maggiore alla media europea che si attesta intorno al 23,5%.
Le disparità regionali sono molto ampie; nel Mezzogiorno è a rischio di povertà o esclusione sociale quasi la metà degli individui (46,9%), contro uno ogni cinque del Nord (19,4%). Nel 2017 l'Istat aveva rilevato che si stima siano 5 milioni e 58 mila gli individui in povertà assoluta (8,4% della popolazione). Le condizioni dei minori rimangono critiche: l'incidenza di povertà assoluta tra di essi è pari al 12,1%.
Per quanto riguarda l’economia, il settore manifatturiero è in calo mentre il settore del commercio, registra un aumento delle vendite al dettaglio dello 0,8% e un aumento delle vendite dei beni alimentari che arriva a toccare il 2,3% in più, con un picco di +4,7% per quanto riguarda i discount. Diminuiscono invece del 3,9% le vendite di libri, quaderni e giornali, così come quelle dei prodotti farmaceutici che registrano un -3,2%. Infine c’è un 1,7% in più sulle vendite di Tv ed elettrodomestici.
Dati migliori riguardano invece l'istruzione. Il tasso di abbandono scolastico precoce è infatti sceso, nel 2016, al 13,8%, Permangono però consistenti differenze territoriali a svantaggio del Mezzogiorno. In Italia la quota di ragazzi 15enni che non raggiungono la sufficienza in lettura è del 21% (19,5% nel 2012), mentre si attesta al 23,3% in matematica e scienze in peggioramento rispetto ai tre anni precedenti. La quota di popolazione di 30-34 anni che ha completato l'istruzione terziaria raggiunge il 26,9% in Italia nel 2017.
Per le donne la quota di 30-34enni laureate è del 34,1%, per gli uomini del 19,8%. Continua a crescere la partecipazione degli adulti alle attività di istruzione e formazione: nel 2016 il 41,5% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha svolto almeno una attività formativa negli ultimi 12 mesi.
Per la strategia Europa 2020 l’Italia dovrebbe far uscire 2,2 milioni di persone dalla condizione di povertà ed esclusione sociale, rispetto al 2008 quando 15 milioni si trovavano in questa situazione. In poco meno di due anni si dovrebbe fare quello che non è accaduto in dieci.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia