(ASI) Non solo il mercato finanziario ma anche quello delle materie prime sono sconvolti con le quotazioni dei principali prodotti agricoli dal mais alla soia in discesa sull’onda delle preoccupazioni per l’escalation della guerra commerciale tra Usa e Cina.
E’ quanto emerge dal monitoraggio sull’andamento della quotazioni al mercato future Chicago Board of trade, un punto di riferimento mondiale per i prodotti agricoli di base, in occasione dell’annuncio del presidente degli Sati Uniti Donald Trump di nuove tariffe all'import cinese per 200 miliardi di dollari. Una escalation dopo che la risposta cinese alle prime misure protezioniste di Trump ha colpito tra gli altri – spiega Coldiretti – una vasta gamma di prodotti agroalimentari a stelle e strisce, dai formaggi alla soia, dal mais al grano, dallo yogurt al burro, dal riso alla carne di maiale e di manzo, fino a pollame, pesce, nocciole e frutta e verdura come arance, patate, pomodori, asparagi, melanzane. Il risultato è un crollo delle quotazioni che per la soia a Chicago sono scese del 22% negli ultimi tre mesi. La soia – sottolinea la Coldiretti – è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina per un totale dell’80% dei raccolti mondiali. Per sostenere l’aumento del consumo di carne con i propri allevamenti la Cina – precisa la Coldiretti – è il principale acquirente mondiale della soia, ma con lo scattare del dazio aggiuntivo del 25% nei confronti degli Stati Uniti ha fatto cambiare le fonti di approvvigionamento a favore del Brasile. Le disdette pesano sui raccolti statunitensi e sulle quotazioni riconosciute ai farmers americani, ma anche sugli allevatori e sui consumatori cinesi per l’aumento dei costi di produzione e in definitiva anche dei prezzi della carne. Per le dimensioni del fenomeno la situazione – continua la Coldiretti – va però attentamente monitorata da parte dell’Unione Europea per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie anche a livello comunitario.