(ASI) - L’ultima analisi Istat ci presenta uno scenario demografico italiano non molto confortante per i prossimi anni. Si stima che in Italia la popolazione sarà di 59 milioni di abitanti nel 2045 e 54,1 milioni nel 2065 rispetto ai 60,6 milioni del 2017.
Si prevede quindi un brusco calo che arriverebbe a toccare i 6,5 milioni in appena 47 anni. Il comunicato stampa riporta anche ulteriori dati che riguardano il cambiamento demografico diversificato tra Nord e Sud: “Il Mezzogiorno perderebbe popolazione per tutto il periodo mentre nel Centro-nord, dopo i primi trent’anni di previsione con un bilancio demografico positivo, si avrebbe un progressivo declino della popolazione soltanto dal 2045 in avanti. La probabilità empirica che la popolazione del Centro-nord abbia nel 2065 una popolazione più ampia rispetto a oggi supera il 30% mentre nel Mezzogiorno è nulla”.
Per quanto riguarda l’aspettativa di vita, essa aumenterà di cinque anni per entrambi i generi, giungendo a 86,1 anni per gli uomini e 90,2 anni per le donne. Si prevede inoltre una redistribuzione della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-Nord del Paese, con quest'ultimo che registrerebbe un 71% di residenti nel 2065 contro il 66% che si registra oggi. Le future nascite non riusciranno a compensare i futuri decessi e si raggiungerà la cifra di 400 mila nascite in meno.
Infine il numero demografico risentirà degli effetti del flusso migratorio, il quale comporterà 2,6 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dei prossimi decenni.
L’Italia sarà dunque un paese più vecchio e meno popolato tra il 2017 e il 2065, con l'aspettativa di vita che crescerà di cinque anni.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia