L'ingresso in AIIB può essere la svolta per le ambizioni economiche globali dell'Italia

 

  Il testo che segue è la traduzione in italiano dell'articolo AIIB entry may be breakthrough for Italy’s global economic ambitions, originariamente pubblicato a pagina 16 dell'edizione del 25/3/2015 del quotidiano cinese in lingua inglese "Global Times".

 (ASI) L'Italia è ormai un membro a pieno titolo dell'Asian Infrastructure Investmente Bank (AIIB), dopo che il governo ha preso la decisione di accogliere la proposta cinese prima della fine di marzo.

Questa scelta non era affatto scontata, prima di tutto a causa della limitazione di sovranità determinata dalla giurisdizione dell'Unione Europea nelle odierne condizioni critiche. Inoltre, il president statunitense Barack Obama aveva chiaramente suggerito ai suoi alleati europei di aspettare ed eventualmente di entrare nel board di AIIB in un secondo momento.

Tuttavia se la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e l'Italia avessero fatto ingresso nell'AIIB dopo il 31 marzo, avrebbero perso la possibilità di godere dello status di piena membership e il loro peso economico all'interno del quadro decisionale sarebbe stato notevolmente inferiore.

Questa decisione rappresenta un'importante accelerazione non solo nel meccanismo di cooperazione euro-cinese, che conferma l'Europa come il più grande partner commerciale della Cina, ma anche nel processo di costruzione della fiducia e del vantaggio reciproco tra l'Europa e l'Asia, rafforzando l'iniziativa proposta dal presidente cinese Xi Jinping del "One Belt, One Road" ["Una Cintura, Una Strada" in riferimento alla strategia della Nuova Via della Seta, ndt].

Molti cittadini europei non conoscono ancora questa giovane istituzione finanziaria nonostante questa coinvolga un vasto numero di Paesi asiatici e sia pronta ad eguagliare le potenzialità dell'Asian Development Bank [l'istituto controllato da Stati Uniti e Giappone, ndt]. L'opinione pubblica italiana, tradizionalmente iper-concentrata sugli affari interni e poco abituata a discutere di politica estera, dovrebbe andare oltre il sensazionalismo per approdare una visione realistica delle tendenze internazionali.

Lo status di membro a pieno titolo del Paese all'interno dell'AIIB consegna alle aziende italiane la possibilità di operare nella più vasta area di investimento al mondo, che include il Sudest Asiatico, la regione dell'Oceano Indiano, parte dell'Asia Centrale e del Medio Oriente.

Il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane è in costante crescita, ma è ancora troppo lento se messo a confronto con i Paesi nordeuropei. Questo divario è dovuto anzitutto al programma di austerità dell'Unione Europea, che ha costretto gli ultimi tre governi italiani ad aumentare la pressione fiscale e ha indotto il sistema bancario privato a chiudere i rubinetti del credito a scapito di migliaia di famiglie della classe media e delle piccole e medie imprese (PMI).

Il quantitative easing costituisce la nuova sfida europea per risolvere i problemi strutturali regionali. E' stato recentemente lanciato dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. L'Italia spera di trarre benefici da queste misure, che dovrebbero stimolare il consumo interno e facilitare l'accesso al credito per la PMI.

Le previsioni sul PIL del 2015 sono vittima di una costante guerra politica tra partiti di destra e di sinistra ed è ancora difficile capire la reale situazione dell'economia italiana.

Tuttavia, dal punto di vista strategico, questo è l'anno più importante per l'Italia in questa seconda decade del XXI secolo.

Si pensa che l'Expo di Milano, prossimo a svolgersi dal primo maggio al 31 ottobre, attirerà 25 milioni tra turisti ed investitori stranieri nel Paese. Più di un milione di questi arriverà dalla Cina e centinaia di migliaia dal resto dell'Asia.

Questi ospiti potranno scoprire le eccellenze dell'industria italiana non solo nei tradizionali campi dell'agro-alimentare, della moda e del design, ma anche in altri settori quali la meccanica, l'hi-tech, l'ecologico e il logistico, solitamente pensati come esclusive tedesche o scandinave.

L'Expo Milano 2015 sarà un biglietto da visita per l'Italia e rappresenterà un momento strategico per mettere in luce l'affidabilità del Paese. Dimostrerà anche che l'Italia ha le carte in regola per essere un importante membro dell'AIIB agli occhi dei suoi partner asiatici.

L'autore è direttore responsabile della rivista geopolitica e geoeconomica italiana "Scenari Internazionali". Risiede a Perugia, in Italia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia

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