(ASI) Catania. Grande successo di pubblico per la commedia “Il Marchese di Ruvolito” che ha debuttato ieri, 20 ottobre, al Teatro Brancati di Catania. Lo spettacolo ha inaugurato una nuova ricca stagione teatrale, che darà spazio, oltre ai classici del teatro, anche ad autori più contemporanei.
Il Marchese di Ruvolito rappresenta un classico della tradizione teatrale italiana, andato in scena per la prima volta nel 1920, e la cui trama ruota attorno la storia di un aristocratico (interpretato da Tuccio Musumeci) che, ormai ridotto alla rovina, si trova costretto a fare i conti con la nuova società di affaristi che sono disposti a tutto pur di conquistare uno stemma sulla porta.
La storia è quella di due famiglie “arricchite”: i Timurata ed i Giesi i cui rispettivi figli, Immacolata ed Adolfo, si innamorano e vogliono sposarsi. La madre della giovane Immacolata però si oppone con tutte le forze al matrimonio dal momento che il suo validissimo pretendente non possiede un titolo nobiliare, preferendo, invece, che la figlia vada in sposa al baronello di “Mezzomondello”. La donna, però, avrà fatto i conti senza l’oste perché il giovane baronello (Claudio Musumeci) è un famigerato cacciatore di dote e non ha a cuore i sentimenti della giovane. A tirare le fila della storia ed a condurre le due famiglie verso il lieto fine ci penserà il Marchese di Ruvolito che, con un astuto stratagemma, riuscirà a riportare il sereno facendosi beffe del borioso baronello.
Lo spettacolo è il primo di una variegata stagione che, ancora una volta sotto la direzione artistica di Tuccio Musumeci, vedrà avvicendarsi nomi che hanno fatto la storia del teatro nazionale e mondiale, come Martoglio, Pirandello e Shakespeare, accanto ad autori più nuovi, come Antonio Grosso, prossimamente in scena con “Minchia Signor Tenente”. La stagione si chiuderà il prossimo maggio con lo spettacolo “ Per fortuna è una notte di luna” di Gianni Clementi, che vedrà sul palco, ancora una volta, il blasonato duo:Tuccio Musumeci e Miko Magistro.
“Vario nei temi e nei motivi, ricco di colore, vitalistico e brioso, il teatro di Nino Martoglio raggiunge gli esiti più felici quando rappresenta gli aspetti peculiari e autentici della sua terra mediante personaggi che celano le intime ferite dietro una maschera ironica, canzonatoria: civitoti chiassosi, poveri ingegnosi e ciurmatori, ingenui o scaltri scampoli di umanità bonaria, ilari e bizzarre figure, aristocratici e politici decaduti e spiantati, creature sordamente disperate. Un microcosmo volutamente semplice ed elementare, popolato di archetipi collettivi, buoni e cattivi, furbi e sciocchi, dove signorotti squattrinati e popolani trafurelli vivono di espedienti per sbarcare il lunario, dispensando agli ingenui e agli illusi gli uni titoli nobiliari e radici illustri, gli altri consigli legali e numeri del lotto”. Queste alcune note di scena della professoressa Sarah Zappulla Muscarà, studiosa e ricercatrice degli autori siciliani.
Sul palco anche: Rossana Bonafede, Turi Giordano, Maria Rita Sgarlato, Riccardo Maria Tarci, Roberta Andronico, Fabio Costanzo, Antonio Castro, Donatella Liotta, Enrico Manna, Savì Manna, Luigi Nicotra, Marina Puglisi, Raniela Ragonese, Giovanni Strano. Lo spettacolo sarà in replica fino al prossimo 6 novembre.
Giuliana Sotera - Agenzia Stampa Italia