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Scie Chimiche. Crisi economica, multinazionali degli ogm, farmaceutiche e mass media

(ASI) In un periodo di grave difficoltà economica, come questo, una riflessione sorge spontanea: ma che ruolo hanno avuto, ed hanno, le scie chimiche nella crisi mondiale che stiamo vivendo? Apparentemente nessuno, ma in realtà non è così. L’operazione scie chimiche ha infatti un costo letteralmente esorbitante.

Si consideri che in media un volo di un aereo come l’MD80 costa circa 8.000 euro l’ora, che moltiplicato per centinaia di voli ogni giorno solo in Italia fa comprendere come una cifra colossale venga dilapidata. Si tratta di oltre 12 milioni di euro al giorno, ovvero oltre 4 miliardi di euro all’anno solo in Italia, e senza contare il costo dei veleni che vengono utilizzati per la produzione delle scie. Ma sappiamo bene che il fenomeno ha assunto ormai proporzioni planetarie. Ma chi finanzia un’operazione di queste proporzioni proprio in un periodo di crisi economica globale? Probabilmente l’operazione è finanziata con il signoraggio bancario, con il supporto delle multinazionali degli OGM e delle farmaceutiche. Pensate infatti a quello che è successo negli ultimi anni. E’ mancata la pioggia quando era utile, mentre è arrivata al momento sbagliato, al tempo del raccolto; sembra fatto di proposito per far crollare la produzione dei cereali e degli altri beni alimentari. Nel frattempo le api stanno scomparendo, e la causa è da attribuirsi non solo alle onde elettromagnetiche emanate dai vari ripetitori, ma anche ai veleni ed ai parassiti irrorati tramite le scie chimiche. Senza api le piante non vengono impollinate ed i raccolti sono a rischio. Diceva Albert Einstein: “Se le api dovessero scomparire alla razza umana resterebbero 5 anni di vita”. Se la produzione di cereali dovesse diminuire (nel frattempo il loro prezzo è già aumentato moltissimo a causa delle speculazioni finanziarie) si dirà poi che il rimedio sta nell’uso di sementi OGM, pericolose per l’uomo perché disegnate per scopi ben diversi da quelli che ci dicono. Gli OGM del prossimo futuro potrebbero anche essere progettati per causare alterazioni genetiche nel DNA umano. A tal proposito si è già visto che le piante OGM possono causare alterazioni genetiche nei batteri simbionti delle api facendole ammalare.

Da una recente analisi dell’Associazione dei Coltivatori (Coldiretti), si rileva che con il via libera alla patata “Amflora” e alle tre varietà di mais OGM, diventano 35 gli organismi geneticamente modificati autorizzati in Europa (19 di mais, 6 di cotone, 3 di colza, 3 di soia, 1 di barbabietola, 1 di patata, 1 di microrganismo). Dopo il divieto posto in Germania nell’aprile del 2009, si sono ridotti a 6, su 27, i Paesi europei dove è possibile coltivare mais Bt geneticamente modificato, l’unico presente nel Vecchio Continente. Inoltre nel 2009 gli affamati nel mondo sono cresciuti del 9% arrivando alla vetta di 1,02 miliardi, il livello più alto dal 1970 secondo la FAO, nonostante l’aumento del 7% dei terreni coltivati con organismi geneticamente modificati, che hanno raggiunto i 125 milioni di ettari nei 25 Paesi dove sono coltivati nel mondo. Il record di persone che soffrono la fame, evidenzia la Coldiretti, è stato raggiunto proprio nell’anno in cui si è avuto un forte aumento degli OGM nei Paesi in via di sviluppo, dove la crescita è stata superiore alla media mondiale (₊13%) e dove oggi si trovano quasi la metà (46%) dei terreni coltivati a biotech nel mondo. Il pressing delle multinazionali, che è per il momento fallito in Europa dove le semine sono calate del 12%, ha avuto invece successo nei Paesi meno sviluppati dove però le coltivazioni OGM non solo hanno risolto il problema della fame, ma hanno anche aggravato la dipendenza economica all’estero. Nel frattempo i prezzi dei prodotti agricoli calcolati in dollari sono aumentati a livello planetario del 70%. Il grano è il prodotto agricolo il cui prezzo è salito di più: è infatti balzato dell 113% negli Stati Uniti ed è quasi raddoppiato (₊93%) in Europa. Forte incremento anche per il prezzo della soia americana che, in base ai calcoli della Commissione Europea, da settembre 2006 è aumentato dell’83%. Nei mesi scorsi c’è stato l’allarme anche per l’incremento del prezzo del riso, tanto che in India è stato vietato l’export. Il prezzo del riso thailandese è aumentato del 52%. Se si rendono sempre più difficili le condizioni per la coltivazione delle colture tradizionali togliendo il sole e l’acqua (e magari diffondendo qualche parassita) si crea il presupposto perché i nostri governi possano sostenere gli OGM come soluzione alla penuria dei raccolti. Di sicuro le multinazionali degli OGM, Monsanto in testa, stanno traendo grandi profitti da questa operazione di avvelenamento.

Pensate che la Monsanto nasce nel 1901 come produttrice di saccarina, per passare poi a produrre policlorobifenili (PBC), sostanze tossiche usate nell’industria elettrica. Negli anni ’40 poi si occupa di diossine e produce diserbante cancerogeno usato nella guerra del Vietnam (tristemente noto come “Agente Orange”). Negli anni ’80 scopre il glifosato, sostanza base per molti erbicidi e soprattutto un pesticida potente che da alla Monsanto profitti enormi, ma con effetti terribili sugli esseri umani. Dal 1997 comincia a vendere soia, mais e colza transgenici, cioè con un gene che li fa resistenti ai pesticidi. E non è finita. Nel 1998 acquista la “Delta & Pine Land”, una nuova azienda biotech che ha brevettato una tecnica di nome “sistema di protezione della tecnologia” che è una modifica alla pianta che la rende sterile; l’obiettivo di questo brevetto è di rendere sterile la pianta per costringere il riacquisto dei semi anno dopo anno. Anche le multinazionali farmaceutiche hanno il loro bel tornaconto, visto che si trovano un mondo di persone sempre più afflitte da piccoli e grandi acciacchi e più bisognose di cure. Questo potrebbe essere anche un obiettivo intermedio per giustificare la diffusione di sementi OGM, ma anche un mezzo per generare una crisi alimentare che vada di pari passo con quella economica. Qualche economista lo aveva preannunciato, mostrando come la crisi economica fosse artificialmente creata; del resto il prezzo del petrolio e dei cereali è cresciuto in maniera spropositata per le speculazioni finanziarie, che nessun governo e nessun organismo internazionale ha mai pensato al momento di bloccare. Non possiamo dimenticare inoltre che i mass media stanno giocando un ruolo centrale in questo scenario. Pensate alla pubblicità, ai film e ai cartoni animati che improvvisamente mostrano scie nel cielo in gran quantità, e così potete trovare cieli con scie nella pubblicità di uno stracchino o di un pesto alla genovese, o nella pubblicità delle compagnie aeree. Ma nei film come “Iron Man”, in cartoni animati come “La gang del bosco” e “Cars”, in libri per bambini, nello scenario dei videogiochi, o nelle locandine dei film.

Tutto questo succede in questi ultimi anni: provate a trovare simili scenari nei film e nelle pubblicità di 10 o 20 anni fa, eppure gli aerei volavano lo stesso. Se prendete i vostri vecchi album di fotografie non trovate cieli con scie, a riprova del fatto che immortalare per caso un’autentica scia di condensa sia una cosa rarissima. Per altro di recente sono stati manipolati anche vecchi film ripubblicati in versione digitale, aggiungendo nei cieli scie chimiche assenti nella versione originale distribuita su videocassetta, come è successo col film “Bianco Rosso e Verdone”. Sembra che i mass media stiano in realtà programmando la coscienza delle masse usando messaggi subliminali, in modo da rendere “normale” la presenza delle scie chimiche nei nostri cieli e da nascondere i veri intenti di queste attività.

Davide Caluppi per Agenzia Stampa Italia

Fonti: Articoli di Antonio e Rosario Marcianò curatori del sito www.tankerenemy.com

Dossier scie chimiche” a cura del fisico Corrado penna, curatore del sito http://scienzamarcia.altervista.org

Articolo su “Scie chimiche e cinema” dal quotidiano Ecplanet, www.ecplanet.com

Articolo “Scie chimiche e Hollywood” da Freenfo, http://freenfo.blogspot.com

Articoli dalla rivista web “Il punto Coldiretti”, giornale di informazione per le imprese del sistema agroalimentare, www.coldiretti.com

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