(ASI) Leonessa (RI) Nacque nel 1792 a Pesaro, Gioacchino Rossini, e si spense a Passy, nella campagna francese vicino a Parigi, nel 1868: quest’anno ricorre dunque il centocinquantesimo anniversario della morte, e le celebrazioni a lui dedicate risuonano in tutto il mondo, tanto da arrivare a decretare il 2018 “anno rossiniano”. Perchè il “Cigno di Pesaro”, con la sua Musica immortale, è patrimonio comune di tutte le latitudini e di tutti coloro che amano la Musica d’Arte.
Campione musicale di quella che viene ancora oggi percepita come una sorta di italica quintessenza, il Rossini più noto e dunque più amato è tuttavia il “primo Rossini”, il compositore delle celebri Opere – ed ancor più celebri Ouverture – ininterrottamente attivo in Italia almeno fino al 1823, anno del debutto veneziano di “Semiramide”, ultimo capolavoro di una intensissima quanto rapida sequenza di titoli destinati a passare tutti alla storia per la felice ed immediata capacità comunicativa ed anche per aver definito un autentico stile caratterizzato da vivacità ritmica, sapiente uso dei timbri orchestrali, vigore teatrale, bellezza melodica: un crescendo di successi che potremmo definire davvero “rossiniano”.
Ma, lasciata l’Italia, e di lì a poco le scene teatrali, Rossini, ritiratosi nella quiete della campagna francese, cambiò radicalmente il suo stile di vita così come il suo stile creativo. Se il “primo” Rossini era stato un instancabile, vivacissimo compositore di Musica altrettanto intensa, copiosa e sfavillante, il “secondo” Rossini, lontano dai clamori mondani e da influenze artistiche varie, si raccoglie nella propria esclusiva esperienza, in un’ autentica architettura di opposti: se il primo Rossini scriveva tanto, in un linguaggio vivace ed estroverso per grandi organici orchestrali, il secondo Rossini predilige poche, brevi composizioni destinate ad un uso personale e per piccoli organici cameristici.
Portare in scena le due anime rossiniane è il progetto della nuova “Rossiniana” che UmbriaEnsemble (L. Proietti, pianoforte; L. Ranieri, viola; M. C. Berioli, violoncello) realizzerà Sabato 14 Luglio, ore 18:30, nel medievale Chiostro di San Francesco a Leonessa per la rassegna estiva di Concerti. Un sapiente contrappunto tra le Ouverture più famose (“Il Barbiere di Siviglia”, “La gazza ladra” e “Semiramide”) ed i “Péchés de Vieillesse” (Voll. 5 e 9) intende restituire un ritratto più autentico del genio pesarese anche attraverso brani meno noti e strutturalmente minuti come la “Première Communion” ed il “Saltarello à l’Italienne” per pianoforte solo; o ironici, dal marcato virtuosismo eppure profusi di lirismo melodico come in “Une larme” per violoncello e pianoforte. L’altro lato di un talento italiano che non finisce mai di sorprendere.