(ASI) Chi ha sancito la separazione in maniera maniche del metallo pesante dalla “Guerra illustre contro il Tempo” di manzoniana memoria? Spesso e volentieri le due cose finiscono per essere divise: una viene sistematicamente bollata come mero rumore, se non come melodia del Demonio, e l’altra è confinata nei libri di testo, o, tutt’al più, diventa appannaggio di qualche antiquario o specialista.
Ebbene, ci sono tre prove evidenti, sia nel Bel Paese che all’estero, dell’unione indissolubile fra il genere Metal e la Grande Storia; le loro canzoni permettono, a guisa di Tardis o di Delorean, di viaggiare nel tempo. Sarebbe impossibile elencare tutti i loro lavori, pertanto ecco una selezione, non prima di una breve introduzione.
Iron Maiden (come il noto strumento di tortura): denominati “Ferrea Virgo” dalla popolare pagina Facebook “Feudalesimo e Libertà”. La compagine di Harris, Dickinson (laureato in Storia) e soci da ormai 43 anni è diventata una colonna portante di quello che si potrebbe definire historical Metal.
- Alexander the Great (da Somewhere in Time, 1986): narra l’epopea del giovane condottiero macedone che ha sbaragliato uno dei più grandi imperi del mondo di allora, che è arrivato nella terra dei Faraoni e pure in India sconfiggendo il re Poro. Secondo l’interpretazione un po’ azzardata di Dickinson, “ha spianato la strada al Cristianesimo”.
- Mother Russia (da No Prayer for the Dying, 1990): Harris si rivolge alla Rodina Mat chiedendole di “alzare la testa, essere orgogliosa di quello che è” e di “essere felice” perché “il suo popolo è libero”. Allude, chiaramente, al decesso dell’Unione Sovietica.
- Sun and Steel (da Piece of Mind, 1983): chi ha “ucciso il suo primo uomo a 16 anni” è nientemeno che il samurai Miyamoto Musashi, famoso per la lotta contro il rivale Sasaki Kojiro.
Curiosità: gli amanti dell’anime/manga Pokémon sapranno che i veri nomi di Jessie e James, i due cattivi del Team Rocket, in originale erano proprio Musashi e Kojiro, mentre Miyamoto era la madre di lei e Sasaki Giovanni, leader di suddetto Team.
- The Trooper (da Piece of Mind, 1983): si ispira alla poesia Charge of the Light Brigade di Alfred Tennyson e narra la vicenda di un soldato britannico mandato a combattere in Crimea nel 1854. Il regno di Sardegna intervenne in questo conflitto a fianco degli inglesi ed il comandante del corpo di spedizione piemontese era Alfonso La Marmora.
Sabaton: un po’ meno famosi, sono comunque un’autentica garanzia se si tratta di voler unire il rock duro alla Storia, specie se militare.
-Carolus Rex (da Carolus Rex, 2012): si riferisce, con un titolo molto evocativo in lingua latina, a Carlo XII di Svezia
-Ghost Division (da The Art of War, 2008): la divisione fantasma è la 7a Panzer Division comandata da Erwin Rommel.
-Night Witches (da Heroes, 2014): era il soprannome con cui veniva designato il 588° Reggimento bombardamento notturno sovietico, composto da sole donne che volavano in missioni di bombardamento dal 1942 alla fine del conflitto. La più importante è il Capitano Maria Smirnova.
-Resist and Bite (da Heroes, 2014): catapulta gli ascoltatori direttamente nel 1940, durante la resistenza dell’Armata Belga Chasseurs Ardenais contro i Tedeschi
-Swedish Pagans (bonus track da The Art of War, 2010): fa capire la mentalità e la religiosità dei Vichinghi.
-To Hell and Back (da Heroes, 2014): esprime il punto di vista di Audie Leon Murphy, arruolato nella fanteria USA dal 1942 al 1954, e coinvolto nello sbarco in Sicilia e pure nella campagna di Anzio.
White Skull, ossia la dimostrazione della presenza del Bel Paese all’interno del Metal storico e storiografico, in barba a chi sostiene l’inadeguatezza degli italiani per il metallo pesante. Si sono fatti strada dal 1991 con non poche difficoltà ma avendo Iron Maiden, AC/DC e Saxon come stelle polari.
-Asgard (da Asgard/Tales from the North, 1999): si colloca in un progetto più ambizioso che comprende altre canzoni in cui vengono approfonditi i Vichinghi
-Anubis the Jackal (da Public Glory Secret Agony, 2000): la canzone ruota attorno ad Anubi, il Dio Sciacallo degli antichi Egizi, descritto come il protettore dei morti.
-Cleopatra (da Public Glory Secret Agony, 2000): la protagonista indiscussa è la carismatica regina d’Egitto, rappresentata nel suo ruolo politico ma anche personale (l’amore e la maternità)
G. R.