(ASI) Roma. “La Musica (...) dà le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione” scriveva Platone duemilacinquecento anni fa. Pensiero decisamente attuale, che invita a considerare quanto la Musica d’Arte sia una meravigliosa opportunità per accedere agli inesauribili orizzonti dell’intelligenza creativa, autentica benché non sempre sufficientemente riconosciuta risorsa individuale.
Oggi, come mai prima d’ora, l’ascolto della Musica - inflazionato da massicce quantità quotidiane di proposte (e di decibel!) - è sempre più passivo, sempre meno attento e critico. E dunque la qualità del nostro modo di ascoltare, sempre meno attivo, sarà sempre meno interessante e coinvolgente.
Perché, allora, relegare la più pura – almeno secondo il pensiero romantico – tra le Arti a mera decorazione del tempo? Perché non cercare una dimensione dell’ascolto che oltre a piacevole evasione possa essere anche e soprattutto motivo di ricerca e perfezionamento individuale?
UmbriaEnsemble lancia allora una sfida, e lo fa con un partner d’eccezione, Cappella Orsini Club, che a Roma organizza nel suo raffinato spazio contiguo a Campo de’ Fiori (l’ex Chiesa di Santa Maria in Grotta Pinta) nel cuore della Città Eterna, una rassegna extra-ordinaria: "CA.O.S.- Caos Oltre Svelamento". Nelle parole del suo organizzatore, Roberto Lucifero,”CA.O.S indaga sulle espressioni artistiche di una delle più impalpabili dimensioni della transitorietà: il bisogno di rigenerarsi. Ritengo che questo ricominciare da zero, abolendo il tempo trascorso, richieda una metamorfosi, una trasformazione veicolata dalla confusione delle forme ossia dal CAOS. Tutto ruota intorno alla percezione di sé e dell'altro e su come le discipline artistiche si siano dedicate a questo tema.”
Illusione, identità e confronto. UmbriaEnsemble sceglie il piano minimalista e l’approccio timbrico per interpretare in Musica questo messaggio. Con una Viola ed un Violoncello, due strumenti della stessa famiglia la cui contiguità timbrica ha - almeno all'alba della loro storia - favorito una certa interscambiabilità di repertori, ripercorre l'itinerario tra identità e differenza in un gioco di specchi timbrici nel quale l'ascoltatore è trasportato in una dimensione nuova, puramente musicale e disorientante rispetto alle coordinate spazio- temporali che informano la nostra realtà quotidiana. Dalle esemplari architetture bachiane, ai moduli matematici sperimentati da Gabrielli, fino al contrappunto di Corelli passando per l’ironia beethoveniana e le più ardite esperienze hindemithiane, l’itinerario proposto da UmbriaEnsemble suggerisce repertori ma, soprattutto, modalità di ascolto imprevedibili.
Il tutto intessuto in un velo di ironia, perché tutto è come sembra. O forse, piuttosto, è tutto il contrario.
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