(ASI) Sienza e Medicina. Approvato farmaco anti-HIV Per la prima volta la Food and Drug Administration, ente governativo statunitense assimilabile al nostro Ministero della Salute, ha dato l'approvazione ad un farmaco che potrebbe impedire la trasmissione dell'HIV. Il Truvada, questo il nome del farmaco, è composto da due retrovirali, il tenofovir e l'emtricitabina e può essere usato sia da chi è già sieropositivo, sia da chi rientra nelle categorie a rischio o chi ha rapporti sessuali con un sieropositivo.
Secondo gli studi effettuati, il Truvada ridurrebbe in maniera non indifferente (più del 70%) le possibilità di contrarre il virus. Come funziona il Truvada? Il principio è relativamente semplice: il Truvada impedisce al virus di moltiplicarsi. L'azione principale è quella di bloccare la DNA polimerasi, un enzima tipico dei retrovirus senza il quale l'HIV non può moltiplicarsi. Interferendo con questo processo di proliferazione, in combinazione con altri farmaci, il Truvada può anche aiutare a sviluppare il numero di linfociti T, che giocano un ruolo centrale nell'immunità cellulo-mediata e che hanno il compito di attaccare direttamente tutte e sole le cellule infette dal virus. Ma c'è il rovescio della medaglia. Non solo da un punto di vista scientifico ma anche da quello etico-morale. La circolazione del farmaco potrebbe indurre ad avvertire meno il rischio d'infezione, fornendo un falso senso di sicurezza. In più, come accaduto in passato in altre occasioni, non è esclusa la possibilità che possano in futuro nascere ceppi resistenti al farmaco e di conseguenza maggiormente virulenti. E' per questo motivo che l'FDA ha sottolineato l'importanza di associare all'uso del farmaco il “piano di prevenzione contro l'HIV” ovvero l'uso del profilattico ed HIV-test regolari. Già dal 2010 gli studi evidenziavano una capacità del farmaco ad impedire il contagio tanto da essere messo in evidenza dall'UNAIDS, ente dipendente dalle Nazioni Unite che si occupa del monitoraggio e della lotto contro l'AIDS, sottolineando però che tale effetto era direttamente correlato ad una cura ferrea ed ad una protezione convenzionale molto restrittiva. Infatti nelle coppie nelle quali uno dei due partner è sieropositivo ma, oltre all'uso del farmaco, sono state osservate le regole basi anti-contagio, si è notato come la bassissima capacità del carico virale renda praticamente impossibile la trasmissione del virus oltre a migliorare il tenore di vita e ad allungare la sua durata. L'FDA, infine, tiene fortemente a precisare che il Truvada non è un farmaco di prevenzione, ma di trattamento.
Giuseppe Grigienti Agenzia Stampa Italia
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