(ASI) Un male per alcuni versi sconosci in passato e che oggi viene spesso sottovalutato mettendo in crisi soprattutto gli over 50 che fanno i conti con una cattiva prevenzione del problema. Sull’argomento abbiamo ascolto il dott. Filippo Ederli medico chirurgo, uno dei principali esperti del settore a livello nazionale ed europeo.
«La parodontite – ha affermato il dott. Ederli - è un’infezione/infiammazione cronica supportata dalla placca batterica(quindi da germi),che colpisce i tessuti del parodonto,(cemento radicolare, gengiva, ossa alveolari, legamento parodontale),fino alla loro distruzione. Non è quindi colpito il dente in se, come nel caso della carie, ma tutto quello che gli sta intorno e lo sorregge, cioè il parodonto, che è la struttura che mantiene stabili i ns, denti in bocca. Tale patologia veniva e, purtroppo ancora oggi viene chiamata Gengivite o Piorrea espulsiva con la convinzione totalmente sbagliata che non sia curabile.
E la sesta malattia più diffusa al mondo e la prima causa di perdita dei denti e,ne sono vittima soprattutto le persone che hanno superato la 4 decade di età.
Ne esistono a grandi linee tre forme:
1)Parodontite cronica(la più diffusa);
2)Parodontite aggressiva:la più pericolosa
3)Parodontite ulcero necrotizzante acuta e gengivite ulcero necrotizzante acuta(PUNA E GUNA):le forme acute e più dolorose
Segni e sintomi della Parodontite . variano a seconda del tipo, possiamo comunque sostenere che la stessa è una malattia subdola: alitosi, sanguinamento e retrazione gengivale possono essere i primi segni, ma, spesso accade che non vi sia sintomo visibile alcuno; la totale assenza di dolore poi,(nella maggior parte dei casi),porta il paziente a credere erroneamente di esser sano.
Come sottolineato dal dott. Filippo Ederli, medico chirurgo «Succede che silentemente, per i motivi di cui sopra, i batteri della placca si infilino tra gengiva e dente e, nel corso degli anni, continuino a” mangiare”l’osso di supporto dei nostri denti, sino a farli ciondolare e poi cadere!!!Ecco perché i nostri nonni la chiamavano Piorrea o Gengivite Espulsiva».
«Di qui, l’importanza di sottoporsi periodicamente ad una visita parodontale specialistica – ha continuato il dott. Ederli da noi intervistato - ,visto che, purtroppo tale patologia rimane misconosciuta o bistrattata dalla maggior parte dei dentisti: si calcola che solo il 7% di essi se ne occupi seriamente ,malattia che invece è ,oserei dire endemica».
Va quindi ben fissato nella mente, come comprovato da tutta la letteratura scientifica internazionale, che la P. ,pur essendo una malattia cronica si può curare con grande successo con terapie prima non chirurgiche e poi, ove necessario chirurgiche mini invasive, che esaltano l’assenza di dolore grazie anche all’aiuto di farmaci antidolorifici a dosaggi omeopatici. Le tecniche chirurgiche, sempre mini invasive, possono essere rigenerative, ovvero miranti a riformare il parodonto perso a causa della malattia, o, resettive ovvero miranti “semplicemente” ad impedirne la recidiva patologica. Si deve quindi oggi dare come assodato il fatto che quasi tutti i denti parodontopatici possono essere salvati, con grande guadagno per la salute, oltre che, economico!!Non dimentichiamo mai che un dente è un organo, e che la sua estrazione, è un atto irreversibile che comporta una cascata di eventi sfavorevoli per l’equilibrio della bocca e dell’organismo tutto.
Altra cosa fondamentale che oggi deve essere data come assodata, come testimoniato dalla letteratura scientifica internazionale, è che mai, ripeto mai ,deve essere estratto un dente parodontale e poi rimpiazzato con un impianto, senza che prima sia stato trattato il parodonto di tutta la bocca; altrimenti, l’impianto andrà incontro a periimplantite (Il corrispettivo della parodontite che si manifesta attorno gli impianti stessi),patologia per la quale non ci sono ancora protocolli di cura predicibili, ovvero ce ne sono molti ma, nessuno di questi, può ”garantire” né la sopravvivenza né tantomeno il successo della ri-osteointegrazione,ove avvenga, né, in definitiva,la permanenza dell’impianto in bocca.
Inoltre sono ben noti sono i rapporti della P. con alcune malattie sistemiche come il diabete e le malattie cardiovascolari e vi sono studi(Ultima frontiera)che sembrano asserire che alcuni probiotici aiutino la terapia della parodontite.
Settore a parte della Parodontologia è rappresentato dalla chirurgia plastica muco-gengivale, disciplina che permette in molti casi di ricoprire i denti molto lunghi(con le radici esposte)a causa di P. ed errato spazzolamento. Le tecniche chirurgiche, sempre mini invasive possono, in molti casi, portare alla ricopertura radicolare.