(ASI) Perugia. Quello della Guerra in Ucraina è un tema ancora assai dibattuto in Italia. Allo studio ci sono gli effetti che tutto questo può produrre ai danni dell'economia in Umbria: se ne è parlato questo pomeriggio in un convegno denominato "La guerra in Ucraina: rischi, prospettive ed impatto economico per l’Umbria" tenutosi 'presso la Sala Della Vaccara in Palazzo dei Priori.
Scopo dell'incontro era quello di sottolineare l’impatto nazionale e locale di questo conflitto che sta condizionando pesantemente l’economia europea, il dibattito politico e le prospettive di medio e lungo periodo del nostro continente e del paese, che rischia di diventare un generale campo di battaglia. Si calcola nello specifico che in Umbria circa venticinquemila famiglie siano in povertà energetica, un quadro assolutamente preoccupante.
Questo importante approfondimento sugli effetti della guerra in Ucraina è stato moderato dalla Vice Presidente del Consiglio del Comune di Perugia, Roberta Ricci. Dopo i saluti del direttore di Agenzia Stampa Italia Ettore Bertolini e del presidente dell’Associazione Eticamente, Vincenzo Silvestrelli – organizzatori insieme a Roberta Ricci dell’evento si sono aperti gli interventi.
Hanno portato il loro contributo al dibattito:
Massimo Arlecchino, presidente del comitato nazionale Fermare La Guerra: "Speravamo che l'Italia sedesse al tavolo delle trattative ma non è accaduto. Abbiamo chiesto un colloquio con Sua Santità per fare capire che questa guerra va fermata. Ci sono premesse perché le nostre iniziative possano andare avanti".
Alessandro Petruzzi, presidente della Federconsumatori di Perugia, la cui denuncia è significativa: "C'è un ricatto continuo dal punto di vista della comunicazione e della libertà di espressione. Pochi giorni fa ho parlato di privilegi dei consiglieri regionali, prendendo spunto dai dati presenti sui siti istituzionali. La mattina dopo sono stato chiamato ed invitato a rettificare la mia posizione. Cosa che non ho ritenuto utile": La situazione è tutt'altro che rosea: "Siamo sommersi di gente che non riesce a pagare il mutuo. Questa guerra poi è terreno fertile per infiltrazioni strane. Le accise hanno prodotto gettiti pari al doppio dello scorso anno. Come associazione daremo il nostro contributo soprattutto a chi soffre, cioè le persone fragili".
La parola passa poi all'ex magistrato Giuliano Mignini: "Dal 17 febbraio 2022 l'Europa è entrata in situazione di confusione mentale. I talk show ora sono un po' meno aggressivi di prima perché l'esito sul campo di questa guerra non è dei più rosei". Mignini ha poi sottolineato che "ciò che deve stimolare la riflessione e l'aspetto religioso, perché l'Ucraina, paese slavo ortodosso, è all'origine della Russia. Poi c'è stata una sorta di snaturamento rappresentato da Zelenskij, che non so se potrà continuare sulle simpatie della popolazione ancora a lungo". Infine: "Gli Stati Uniti vogliono imporre all'Europa una incredibile atteggiamento russo fobico e questa pressione livellatrice mi ha impressionato. L'Ucraina tra poco chiederà di fare parte degli Usa e questo significa tradire la proprie identità".
Vincenzo Silvestrelli, presidente di Eticamente, afferma: "In una stampa più libera di quella italiana si spiega come si voglia isolare la Germania dalla Russia e indebolirla economicamente. A dirlo è un giornalista premio Pulitzer. La guerra contro la Russia è quella degli Stati Uniti attraverso l'Ucraina ma in realtà è contro l'Europa per interessi americani. Noi non lo vediamo perché manca un ragionamento politico. Inoltre il soft power americano è così pervasivo che ha conquistato le teste delle persone. Bisogna ricostituire un sistema economico multipolare che tuteli le popolazioni europee. Il colonialismo usa sta distruggendo la nostra identità".
L'intervento più atteso, che chiude di fatto il convegno, è quello di Gianni Alemanno, in passato sindaco di Roma ed attualmente Portavoce del Comitato "Fermare La Guerra" e del Forum dell’indipendenza italiana: "Sentiamo una voce inespressa, un grido di dolore che va raccolto. Abbiamo votato un anno fa un governo espresso dalla volontà popolare, dovremmo aspettarci che ci ascolti. Il danno economico oscilla tra i 150 e i 180 miliardi di euro in termini di sanzioni, costo energetico, inflazione e quant'altro. Se non ne usciamo definitivamente rischiamo di pagare un costo altissimo. Con questa situazione le industrie escono dal circuito di competitività internazionale". Sulla posizione dell'Italia, che Alemanno giudica come "molto strana": "Abbiamo uno dei governi più atlantisti della storia della repubblica e questo ci lascia esterrefatti perché sembra che il danno venga accelerato. La Polonia, per difendere i propri interessi, si è sottratta da questo conflitto, mentre l’Italia no, anzi rischiamo di rimanere da soli a mantenere una posizione intransigente sulla guerra". Accorate le sue conclusioni: "Il mondo sta rapidamente cambiando, non ha senso questa guerra. Si può innestare una retromarcia verso la pace e bisogna farlo. Occorre un posizionamento diverso. Sono convinto che con Trump presidente tutto ciò non sarebbe mai avvenuto".