“VALTELLINA 30 ANNI DOPO: CULTURA, NORMATIVA E POLITICA DEL TERRITORIO QUALI CAMBIAMENTI?”
(ASI) Il 22 settembre 2017 il Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Lombardia e con la Fondazione Centro Studi del CNG, organizzano a Morbegno un Convegno per ricordare le vittime e per ripercorrere l’evoluzione tecnica e normativa che si è raggiunta 30 anni dopo il disastro idrogeologico
Il 1987 è un anno da dimenticare per la Valtellina. Trent’anni fa, nel mese di luglio, l’intera valle alpina venne colpita dal disastro: la grande alluvione del 1987. Le frane e le esondazioni provocarono 53 morti, migliaia di sfollati, la distruzione di interi centri abitati, di strade, ponti e danni ingenti per un totale di circa 4000 miliardi di lire. La tragedia avvenne in due fasi: dal 18 luglio le inondazioni; il 28 luglio alle ore 07:25 l’evento più drammatico, la grande frana della Val Pola, di proporzioni enormi, con un volume di oltre 30 milioni di metri cubi, che distrusse il paese di Sant’Antonio Morignone in Valdisotto e le due contrade di Morignone e Piazza.
Per ricordare le vittime dell’alluvione, ma anche per ripercorrere l’evoluzione tecnica e normativa che si è raggiunta 30 anni dopo il disastro idrogeologico nonché per trarre spunti di riflessione utili per il futuro, il Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Lombardia e con la Fondazione Centro Studi del CNG, organizzano a Morbegno il 22 settembre 2017, presso l’Auditorium S. Antonio, il Convegno “Valtellina 30 anni dopo: cultura, normativa e politica del territorio quali cambiamenti?”. Ad oggi, quanto grandi sono stati i cambiamenti? Quale grado di percezione e coscienza dei problemi di carattere ambientale e geologico è stato raggiunto dalla società civile e dalla politica? C’è stato un vero cambiamento culturale di direzione nella gestione del territorio in Italia? L’incontro sarà un’occasione unica per rispondere a questi interrogativi, un momento in cui i geologi metteranno a disposizione i loro saperi e le loro competenze.
Un appuntamento che vuole ribadire come la prevenzione deve essere al centro dell’agenda di governo, e non soltanto a seguito di eventi calamitosi. Negli ultimi anni qualcosa si è iniziato a fare per quanto riguarda il rischio idrogeologico con Italiasicura.
Al convegno parteciperanno: Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi; Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi; Gaetano Butticé, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Lombardia; Fabio Tortorici, Presidente Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi e Gabriele Ponzoni, Segretario Federazione Europea dei Geologi. Numerose le personalità politiche e istituzionali che interverranno: Andrea Ruggeri, Sindaco di Morbegno; Luca Della Bitta, Presidente della Provincia di Sondrio; Ugo Parolo, Sottosegretario con delega ai rapporti Consiglio Regionale, alle politiche per la montagna, alla Macroregione alpina (Eusalp), ai Quattro Motori per Europa e alla Programmazione negoziata – Regione Lombardia; Michele Camisasca, Direttore ARPA Lombardia; Giuseppe Mario Scalia, Prefetto di Sondrio; Christian Borromini, Presidente Comunità Montana Valtellina di Morbegno; Raffaella Mariani, Componente VIII Commissione Ambiente Camera dei Deputati; Viviana Beccalossi, Assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città Metropolitana della Regione Lombardia; Manuela Grecchi, Prorettore Delegato per il Polo Territoriale di Lecco dal Politecnico di Milano - Componente della struttura di missione “Casa Italia”; Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Vasco Errani, Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione sisma 2016; Erasmo D’Angelis, Coordinatore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche; Mauro Grassi, Direttore struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche - Presidenza del Consiglio dei Ministri; Stefano Laporta, Presidente Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra); Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo; Aldo Patriciello componente Commissione Europea per l’industria, ricerca ed energia; Andrea Mandelli Vicepresidente della 5ª Commissione Bilancio del Senato. A moderare l’evento sarà la giornalista del TG2 Giulia Apollonio.
Il dissesto della Valtellina accese nuovamente in Italia il dibattito sul rischio idrogeologico e sulle responsabilità dell’uomo in questo tipo di eventi. Alcuni politici e amministratori parlarono di ineluttabilità dei fenomeni franosi; altri, fra cui i geologi, sottolinearono, invece, come negli ultimi decenni il territorio fosse stato alterato, modificato da interventi edilizi scriteriati in assenza di un corretto sviluppo urbanistico e senza opere di manutenzione nelle aree montane. La carente qualità delle opere idrauliche, l’assenza di attenzione e cura dei versanti, l’abbandono delle aree montane e la mancanza di una cultura attenta al territorio furono le vere cause del disastro. Il caso volle che proprio due anni prima, nel 1985, era stato approvato il primo condono edilizio della storia d’Italia: abitazioni costruite in zone idrogeologicamente a rischio, soggette a frane o a inondazione, erano diventate regolari dopo il semplice pagamento di una multa.
Oggi a distanza di un trentennio dall’evento, le cose sono sicuramente cambiate soprattutto con l’introduzione della Legge n. 102 del 2 maggio 1990 più nota come “Legge Valtellina”, che stanziò una somma di 2400 miliardi di lire negli anni 1989-1994. I fondi furono destinati sia a interventi su strade, infrastrutture tecnologiche e piani di riassetto idrogeologico per la tutela del territorio, alla ricostruzione e allo sviluppo dei comuni della provincia di Sondrio e delle adiacenti zone delle province di Bergamo, Como e Brescia sia agli aspetti legati alla conoscenza geologica e ambientale di pericolosità del territorio.
Per ricordare il trentesimo anniversario dalla tragica alluvione della Valtellina del 1987, il 18 luglio - giorno del grosso smottamento a Tartano, dove alle 17:30 un’enorme massa d’acqua e fango si abbatté sul condominio “La Quiete”, uccidendo dodici persone - la Prefettura di Sondrio organizzerà una cerimonia ad Aquilone, piccola frazione nel comune di Valdisotto, a cui, oltre al prefetto di Sondrio, Giuseppe Mario Scalia, parteciperà il Capo della Polizia Franco Gabrielli. All’evento è stato invitato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.