Iniziativa mondiale venerdì 23 ottobre, alle ore 21, presso il Palamazzola
(ASI) TARANTO - Quando per la conferenza stampa inviai il comunicato, si creò un certo enigma sulla presenza del leggendario cantante inglese Robin. In effetti RJ Gibb è il figlio di Robin che presenta un concerto direttamente dalla Central Hall di Londra con la Royal Philarmonic Orchestra per la prima mondiale con musiche di Robin e RJGibb.
Ma Anche Robin ci sarà. Incontro Cesare Natale della Falanthra, associazione culturale Onlus che partecipa all’organizzazione dell’evento insieme alla Titanic di Londra.
Gli chiedo subito com’è nata questa iniziativa.
“Per caso. Avevamo fatto una iniziativa dell’associazione nel Palamazzola e il responsabile della struttura ci aveva parlato dell’evento, ma ci aveva anche detto che l’organizzazione inglese cercava un’associazione per il risvolto solidale della prima mondiale. Cosi inviammo il curriculum sociale e loro ci chiamarono dicendo che era tutto ok.”
Allora chiariamo la presenza di Robin, il gemello eterozigote di Maurice che insieme all’altro fratello Barry rappresentano il gruppo musicale britannico Bee Gees, formatosi in Australia nei primi anni sessanta, considerato come uno dei gruppi più noti e classificati fra i cinque artisti di maggior successo della storia della musica pop.
“L’hanno spiegato in conferenza stampa, sia il figlio che la moglie del popolare cantante morto nel 2012 per un tumore al cervello. L’iniziativa è partita per volontà di Robin che al risveglio da un coma, disse che avrebbe voluto cantare l’ultima canzone d’amore alla moglie. Quella registrazione è diventata un ologramma che verrà inserito nel concerto con grandi effetti speciali”.
Ecco spiegata la presenza di Robin. Ma adesso parliamo di Alzheimer +: cos’è un caffè Alzheimer che abbiamo visto al Nord?
“Noi abbiamo pensato che parlare di caffè, in questa realtà meridionale avrebbe falsato un po’ la cosa; per questo abbiamo pensato ad un posto ricreativo ma con un alto profilo scientifico di approccio alla malattia che aiuti le famiglie a capire che non è l’isolamento la risposta a questa malattia silenziosa, anzi l’aggregazione, l’attività culturale che facciamo noi con poesie, spettacoli di ogni tipo, serve a far sentire partecipe il malato che per la sua particolare situazione tende a staccarsi dalla realtà”
Come funzionerà la solidarietà?
“Tutti i biglietti in prevendita presso di noi ci consentono di avere una percentuale di guadagno che riverseremo nel progetto che abbiamo già avviato nella Parrocchia di Massimiliano Maria Kolbe a Paolo VI; così da acquistare attrezzature e creare un fondo per le attività, le consulenze di specialisti e animatori che conoscono la malattia”
Il giorno prima ci sarà un convegno organizzato da voi sulla malattia?
“Abbiamo voluto organizzare, con la partecipazione della Logos, una conferenza medica il giorno prima per affrontare con medici impegnati su questo fronte per illustrare le tecniche del San Raffaele di Milano e di altri centri che affrontano la malattia in altro modo. Quello che si fa qui a Taranto è praticamente nulla”
Certo questa afflizione è vista per lo più affine alla demenza senile e gestita nelle case protette per anziani non autosufficienti
“Invece noi crediamo che il cervello può essere stimolato, soprattutto la parte laterale destra che non usiamo mai, attraverso stimolazioni cognitive, musicoterapia e altro che aiuti, se non a fermare l’evoluzione almeno a rallentare il più possibile il suo obbiettivo” Noi vogliamo dare voce a chi vive nel silenzio. Non so se ha visto il film Stil Alice, che ha vinto un oscar che si misura col dolore muto e ingrato dell’Alzheimer; la protagonista, una professoressa della Columbia University si misura sulla malattia, finendo col dire in un passaggio che avrebbe preferito avere un cancro che debilita e quindi il nemico lo affronti, mentre il killer del cervello è silenzioso e non sembra che non faccia nulla, invece il morbo lavora nel il progressivo declino delle facoltà cognitive.
Concludo questa intervista in un caffè tarantino. L’aria condizionata ci ha salvato dall’afa anche se il clima ferragostano ci svela risvolti climatici insoliti. L’ultima domanda è su come opera il volontariato a Taranto.
Che n’è stato di SOS Alzheimer, perché hanno chiuso?
“Inizialmente lavoravamo insieme. Io penso che in questo campo occorre avere molta pazienza e sapere che il più delle volte ci saranno porte chiuse o sbattute il faccia. Loro in vece hanno fatto la voce grossa e sono stati isolati. In una realtà dove tutto è fermo, chi governa è lontanissimo da questa realtà, pensa ad altro. Allora conviene lavorare contando sulle proprie forze e gli amici che accorrono numerosi alle nostre iniziative”
Un ottimo metodo da imparare che fa ricordare le regole di Santa Teresa di Calcutta.
Roberto De Giorgi