Esoterismo. Intervista a Paolo Battistel. Simbologia e Mitologia Nordica, Celtica nella tradizione classica

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Egregio Professor Battistel,

per meglio spiegare e far conoscere la splendida realtà (che io, tra l’altro, sto vivendo in prima persona in qualità di discente) sorta a Lecce nel Giugno 2016, sto parlando della Libera Università Italiana degli Studi Esoterici “Achille D’Angelo e Giacomo Catinella”, Facoltà di Scienze e Tradizioni Esoteriche – Dipartimento UniMoscow, vorrei sottoporle alcune domande, alle quali la prego di rispondere in maniera esauriente ma sintetica:

Lei è scrittore di grande successo, ha collaborato a più riprese con la trasmissione Mistero e con la rivista Mistero Magazine e ha già scritto moltissimi libri (per chi ne volesse sapere di più vi invito a visitare il suo profilo personale su Facebook: Paolo Battistel) immagino non sia facile reperire informazioni e materiale su tematiche molto antiche nel tempo, considerato che molte fonti sono state perdute, se non volutamente distrutte.

Il problema quando si tocca argomenti come la mitologia e materie accademiche affini come la fenomenologia delle religioni è la scarsità delle fonti. I padri di queste discipline, Jung, Kerenyi, Eliade, comprendevano perfettamente la necessità di un approccio ibrido che andasse a prendere materiale sia dalle fonti letterarie sia da quelle archeologiche. È necessario un lavoro paziente e comparato senza disdegnare fonti tarde, magari anche cristiane che se analizzate attentamente hanno ancora nelle loro fondamenta delle radici pagane in alcune loro forme di culto.

In ogni caso ciò che è fondamentale per comprendere il mito è l’analisi dall’interno. IL dogmatismo di una materia come la Storia delle Religioni va sorpassato. Il mito va “vissuto”, compreso interamente nel suo funzionamento, non guardato dall’esterno come un reperto da museo.

In questa esperienza di Docente alla Libera Università, Lei detiene la cattedra di Simbologia e Mitologia Nordica, Celtica nella tradizione classica, mi sbaglio o è una tematica con un grande ritorno di interesse da parte della gente?

Sì, il mio corso prende in considerazione il mito ed i simboli ed esso strettamente legati, di quella che potremmo definire in senso ampio la “tradizione nordica”. Si tratta da un lato del mondo germanico che ora è rinato anche grazie a serie tv come “Viking” o film come “Beowulf” in cui gli spettatori moderni possono avere a che fare con il mito nordico che contempla divinità oscure come Loki e lo stesso Odino e guardiani della luce come Thor e Balder. Nella riscoperta di questo mondo trovo molto importante che lo spettatore si trovi a contatto con l’elemento più caratteristico di questo mondo: il coraggio di queste popolazioni. I popoli germanici (Vichinghi, Angli, Sassoni, Goti, Longobardi, ecc...) possedevano delle credenze religiose che li spingeva a combattere annullando la paura della morte. La vita eterna (cioè raggiungere la dimora del Valhalla) si poteva raggiungere solo con la morte in battaglia.

Nel mio corso tuttavia analizzo anche la mitologia celtica, un argomento sempre di moda ma negli ultimi decenni a livello divulgativo è stato spesso deformato nei circoli New Age in qualcosa che non è mai stato. Nel mondo celtico ci troviamo davanti a popolazioni che per secoli hanno dominato l’Europa del nord grazie alla loro cultura e alla loro abilità bellica (che contempla persino un sacco di Roma) e che proibivano ai loro sapienti di trascrivere ogni loro Tradizione. Il druido (va ricordato che la traduzione corretta del termine è druida non druido) doveva memorizzare ogni segreto della loro sapienza ma condividerne col popolo solo una parte. La Verità rivelata dagli dèi rimase segregata per secoli nella memoria di questa misteriosa casta sacerdotale. L’enigma di questa cultura è un fiore che si può schiudere solo con un lavoro attento e costante.

Quanto i Miti Celtici, Nordici in genere sono ancora presenti nel cristianesimo moderno (penso ad esempio a Santa Brigida)?

Il Cristianesimo si è trovato spesso ad una complessa opera di conversione ed evangelizzazione dei popoli “pagani” e solitamente queste popolazioni erano restii a convertirsi alla nuova religione che aveva principi dottrinali estranei al loro pensiero. Per oltrepassare questa difficoltà di evangelizzazione si cercò di modificare alcuni Santi cristiani in modo che avessero le fattezze degli antichi dèi pagani che questi popoli pregavano. Nascono così figure ibride come Santa Brigida che riprende i simboli e il culto della dea celtica Brigid ma anche lo stesso San Patrizio ha assorbito negli anni le caratteristiche del dio celta Dagda.

Quali Miti in particolare a Lei piace di più approfondire: quelli di origine vichinga (Odino, Thor, ecc.), o quelli di origine celtica?

È una scelta che non mi sono mai posto. I popoli Celti e “Vichinghi” sono due popoli confinanti che erroneamente si è soliti sovrapporre. Tra i due, storicamente e culturalmente, c’è sempre stata una forte antitesi. Concepivano il mondo, l’aldilà, la vita e la morte secondo due visioni contrastanti e ritengo che la bellezza degli studi che ho avuto la fortuna di fare sia proprio confrontare il loro mito, la loro magia e il loro linguaggio.

Il Dio Pan, il “greco” Dioniso, il “romano” Fauno, Cernunnos delle terre del Nord,ecc. ecc. Com’è che da sempre gli Dei venivano raffigurati e pensati con le corna (simbolo di regalità e di ascensione verso il cielo) e poi, all’improvviso, sono invece diventati gli esseri demoniaci per eccellenza?

Questo è un elemento su cui ho sviluppato uno dei miei ultimi libri: “Il dio cornuto” scritto con la dottoressa Enrica Perucchietti. Nel testo, attraverso un lavoro che parte dagli affreschi della grotta di Trois Frères, comparando più mitologie religiose si analizza la figura del dio cornuto prima tra i popoli pre-indoeuropei e poi in quelli indoeuropei (celti, romani, greci..) delineando una figura divina che, per quanto abbia avuto la sua origine nella preistoria, si trova ad avere una vita millenaria e che solo nel medioevo, per soffocare i culti pagani ancora esistenti, verrà ribaltata simbolicamente trasformandola nel diavolo cristiano.

Dia una breve definizione di Mitologia, è corretto asserire che nei Miti possiamo ritrovare molto della nostra essenza di esseri umani?

La mitologia è lo studio comparato dei miti e delle leggende. Hanno fondato questa disciplina due dei più grandi intellettuali del ‘900: Carl Gustav Jung e Károly Kerényi attraverso il testo fondante per questa disciplina, Prolegomeni a uno studio scientifico della mitologia. Va sottolineato che la mitologia oltre a studiare miti e religioni passate si occupa anche di analizzare una delle più grandi fonti di questa disciplina: le fiabe. Le fiabe sono racconti antichissimi di origine pagana che un tempo erano degli autentici miti di popoli che con lo scorrere dei secoli hanno perso la memoria delle loro stesse radici. Solo attraverso la perdita della propria identità di questi popoli questi antichi miti si sono trasformati in quello che noi erroneamente vediamo come dei racconti fantastici destinati a un pubblico di bambini. In fiabe come Biancaneve o la Bella e la Bestia c’è un intero mondo pronto a rinascere a un’analisi più attenta e specialistica.

Roberto Sannipola - Agenzia Stampa Italia

 

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