(ASI) Mantova - L'11 agosto 2024 si è celebrato il 71esimo anniversario della scomparsa nel 1953 di Tazio Nuvolari quello che il fondatore della casa automobilistica Porsche, Ferdinand ha definito "il più grande corridore del passato, del presente e del futuro".
Tazio Nuvolari, nella storia delle corse automobilistiche come il "Mantovano volante" o "Nivola", aveva un talismano che lo proteggeva durante le corse che portava sempre con sé, una tartaruga d'oro con incise le sue iniziali TN che gli aveva regalato il Vate Gabriele d'Annunzio durante il loro leggendario incontro nella piazzetta davanti la casa del poeta, la cosiddetta "Prioria" del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, avvenuto il 28 aprile 1932 legando per sempre la tradizione automobilistica italiana al romantico mito della velocità, della bellezza dell'auto e della poesia.
Quel giorno, il pilota mantovano Tazio Nuvolari e Prospero Gianferrari, amministratore delegato dell'Alfa Romeo, si recarono al Vittoriale per incontrare il comandante Gabriele d'Annunzio, principe di Montenevoso.
I due personaggi della storia contemporanea d'Italia, Nuvolari e d'Annunzio, sono l'icona di un'epoca, e hanno contribuito a creare il prototipo dell'Italiano di successo, esempi che hanno rappresentato due modelli da seguire, degli status simbol, per generazioni di Italiani, Tazio Nuvolari nella passione per i motori e la velocità (celebrata anche da Lucio Dalla con la canzone "Nuvolari") e Gabriele d'Annunzio con la sua personalità eclettica ed istrionica, per il suo stile di vita inimitabile che ne hanno fatto l'icona del buon gusto italiano nel vivere, del tipico seduttore italiano, il Vir che coniugava cultura ed eros e del nuovo "Superuomo" italico del Novecento che voleva vivere da protagonista indiscusso la sua vita, cercando di piegare gli eventi ai suoi sogni, artefice prima della grande Italia potenza mondiale nel primo dopoguerra e dopo le macerie del secondo conflitto, di quel boom economico che ha proiettato il Belpaese fra le grandi potenze economiche in barba alle clausole del trattato di pace che ne limitavano la sovranità.
L'incontro, fra il Vate degli Italiani e il pilota che più di ogni altro era entrato nell'immaginario collettivo degli Italiani, era stato fortemente voluto dal d'Annunzio, proprietario di un bolide dell'Alfa Romeo la 6C 2300, soprannominata "Soffio di Satana", sentendo di avere con lui un forte legame per la comune passione per la velocità.
Tazio Nuvolari e Gabriele d'Annunzio restarono insieme sette ore, chiacchierando e passeggiando nei vialetti del Vittoriale e, dopo la colazione servita nella sala da pranzo per gli ospiti, la "Sala della Cheli" (il cui nome deriva da una grande tartaruga in bronzo ricavata dal guscio di una tartaruga vera, donata al d'Annunzio dalla Marchesa Luisa Casati), al momento dei saluti, per suggellare il rapporto di stima, il Vate regalò al pilota mantovano una sua foto con dedica "A Tazio Nuvolari del buon sangue mantovano, che nella tradizione della sua razza congiunge il coraggio della poesia, la più tranquilla potenza tecnica al più disperato rischio, e infine la vita alla morte nel cammino della vittoria" e una piccola tartaruga d'oro, accompagnata dalle parole: "All'uomo più veloce del mondo, l'animale più lento" con l'invito di conquistare per l'Italia la Targa Florio. "Quando corro lo faccio sempre per vincere" fu la risposta di Nuvolari.
Da quel giorno Nuvolari ha sempre portato con sé il talismano regalatogli dal Vate, o fissato su una catenina d'oro, oppure spillato su un nastrino tricolore attorno al collo, e, pochi giorni dopo, l'8 maggio, stravinse, aggiudicandosi in Sicilia la Targa Florio, al volante dell'Alfa Romeo 8C 2300 Monza, percorrendo 576 km in circa sette ore alla media di 79,294 km/h).
Nel 1938, poco dopo la scomparsa di D'Annunzio, Nuvolari ebbe un incidente a Donington a bordo dell'Auto Union, allorché un cervo gli attraversò di colpo la strada. Nivola, nonostante riportò la frattura di una costola, riuscì lo stesso tre giorni dopo a vincere la gara, dichiarando a un giornalista inglese "E' stata questa tartaruga con incise le mie iniziali a salvarmi la vita".
Da quel momento, la tartaruga, simbolo di prudenza e di lentezza, che d'Annunzio aveva scelto come talismano, divenne il simbolo che accompagnò Nivola nelle sue imprese e che Il Mantovano Volante, mise ovunque con le sue celebri iniziali TN: sulla fusoliera del suo aereo personale un Saiman 202/1 da turismo con motore Alfa Romeo, sulle sue maglie da corsa gialle e sulla carta intestata.
In occasione dell'anniversario della scomparsa di questo grande personaggio dell' Italia del Novecento, il Mantovano Volante, è importante ricordare l'incontro tra Tazio Nuvolari e Gabriele d'Annunzio, due superuomini, il Nivola e il Vate, simboli di una grande Italia, protagonista e vincente.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
* Nota: Le foto sono tratte del Museo Tazio Nuvolari di Mantova