Le religioni come ponte tra le culture facilitatrici di processi di pace
 
(ASI) Le religioni come ponte tra le culture viatico processi di pace. Se n'è parlato nel convegno corso del "Un'unica fede nella missione. Dialogo interreligioso sull'aiuto al prossimo", promosso dalla onlus Emergenza Sorrisi, nel Convento di Santa Maria Sopra Minerva, a Roma. All'incontro, moderato dal giornalista Piero Damosso, hanno partecipato capi religiosi, rappresentanti istituzionali e dell'ambito ecclesiale, nonché Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione. Tra il pubblico, anche gli Ambasciatori presso la Santa Sede di Senegal e Mali.

L'appuntamento è stato aperto con la lettura del messaggio che il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha fatto pervenire: “Il dialogo è certamente la prima e fondante forma di collaborazione, nella consapevolezza che solo facendosi carico delle idee e delle esigenze degli altri si possono costruire ponti e avviare processi di partenariato. Un'esigenza ancor più sentita nei tanti paesi dove guerre, crisi politiche, difficoltà alimentari, criminalità diffusa e arretratezza economica rischiano di causare conseguenze molto gravi sulla salute dei bambini, degli indifesi e dei più fragili”. Anche il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, ha inviato il suo saluto sottolineando che "il dialogo tra rappresentanti di religioni diverse è indispensabile per superare la scarsa conoscenza e la diffidenza reciproca che sono, purtroppo, all’origine di discriminazioni e fenomeni di marginalizzazione". 

"Lavoriamo in più di 20 Paesi, con la possibilità di incontrare persone di ogni fede e cultura. In questi contesti si vive una grande fratellanza": così Fabio Abenavoli, presidente e fondatore dell'organizzazione umanitaria impegnata con progetti e missioni di medici in aree del mondo dove conflitti e difficoltà sociali mettono a rischio l'apparato sanitario. Dall'Ordine dei Medici di Roma - che peraltro ha di recente attivato una Commissione di contrasto alle disuguaglianze - è stata espressa la necessità di "ritrovare i valori della cura e della vicinanza. Tutto ciò che va contro le guerre facilita la salute". Occorre ricordarsi di "lavorare sui punti che uniscono e non su quelli che dividono", hanno rimarcato i vertici di Amsi, l’Associazione medici stranieri in Italia, della quale ha rilanciato alcune iniziative come quella dei ‘quartieri di pace’. 

Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia

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