L'appuntamento è stato aperto con la lettura del messaggio che il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha fatto pervenire: “Il dialogo è certamente la prima e fondante forma di collaborazione, nella consapevolezza che solo facendosi carico delle idee e delle esigenze degli altri si possono costruire ponti e avviare processi di partenariato. Un'esigenza ancor più sentita nei tanti paesi dove guerre, crisi politiche, difficoltà alimentari, criminalità diffusa e arretratezza economica rischiano di causare conseguenze molto gravi sulla salute dei bambini, degli indifesi e dei più fragili”. Anche il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, ha inviato il suo saluto sottolineando che "il dialogo tra rappresentanti di religioni diverse è indispensabile per superare la scarsa conoscenza e la diffidenza reciproca che sono, purtroppo, all’origine di discriminazioni e fenomeni di marginalizzazione".
"Lavoriamo in più di 20 Paesi, con la possibilità di incontrare persone di ogni fede e cultura. In questi contesti si vive una grande fratellanza": così Fabio Abenavoli, presidente e fondatore dell'organizzazione umanitaria impegnata con progetti e missioni di medici in aree del mondo dove conflitti e difficoltà sociali mettono a rischio l'apparato sanitario. Dall'Ordine dei Medici di Roma - che peraltro ha di recente attivato una Commissione di contrasto alle disuguaglianze - è stata espressa la necessità di "ritrovare i valori della cura e della vicinanza. Tutto ciò che va contro le guerre facilita la salute". Occorre ricordarsi di "lavorare sui punti che uniscono e non su quelli che dividono", hanno rimarcato i vertici di Amsi, l’Associazione medici stranieri in Italia, della quale ha rilanciato alcune iniziative come quella dei ‘quartieri di pace’.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia