(ASI) Proveremo a tracciare alcune linee di ciò che fu la grandezza dell’impero romano, ripercorrendo brevemente la storia di un grande monumento dell’antica Roma. Il Colosseo o anfiteatro Flavio, doveva presentarsi in forma ellittica, ricoperto di travertino bianco, appariva splendente. Fu il primo grande stadio per i giochi dei gladiatori e delle feste.
Aveva quattro piani architettonici, ed i primi tre contavano ognuno, ottanta enormi arcate che contenevano delle statue molto grandi. Il suo perimetro poteva ospitare molti spettatori. Il monumento (dal latino monere); ricordare, è oggi solo uno “scheletro”. Questo spiega la grandezza e la monumentalità che ad esso apparteneva. Era infatti ricoperto di lastre di marmo bianco, molto pregiato e raffinato che lo decorava anche internamente. La mirabile opera fu costruita in circa dieci anni. La tecnica usata per la costruzione era quella della sovrapposizione delle masse, ovverocome il sovrapporre più arcate di un acquedotto, accatastandole l’una sopra l’altra. Vennero impiegati ingenti tonnellate di piombo e ferro. La costruzione iniziò nel 72 d.C. dall’imperatore Vespasiano. Era il periodo della dinastia Flavia. Un’iscrizione (epigrafe) dedicatoria rinvenuta su di un blocco di marmo nel 1813 recita che il Colosseo fu eretto grazie ai proventi delle tasse provinciali, e dal saccheggio del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. L’area scelta fu quella di una vallata, tra la Velia, il colle Oppio ed il Celio. Anticamente vi si trovava uno stagno, o lago artificiale. Proprio in corrispondenza delle antiche rovine della Domus Aurea dell’imperatore Nerone. Fu Vespasiano a bonificare la zona gettando le fondamenta dell’anfiteatro.
L’imperatore Tito completò l’edificio. Nell’80 d.C. Si svolsero 80 giorni di giochi. Venne tolta la possibilità di svolgere i Ludi con l’acqua i Navalia(battaglie navali). Tuttavia il grande “Colosso” ospitava gli alloggi dei gladiatori che si prodigavano in grandi sfide all’interno della cava. L’accesso alle gradinate per il pubblico che assisteva agli spettacoli era permesso da una complessa rete di scalinate e gallerie. I Vomitoria erano difatti le “bocche” da cui si arrivava ad ammirare l’arena interna e l’effetto dovuto all’altezza del monumento crescente verso l’alto doveva essere impressionante. L’edificio formava un perimetro ad ellisse di 527 metri, raggiungeva i 52 metri verticalmente. La pendenza delle gradinate misurava all’incirca 37 gradi, e questo consentiva un’ottima visuale da ogni settore. I posti rispecchiavano la categoria sociale.
Alla sommità era destinato il Popolino con un settore separato per le donne. Più si scendeva, maggiore era lo stato sociale degli spettatori dei giochi.Nella prima fila sedevano Vestali, Magistrati e Senatori. In cima il Colosseo aveva una corona di più di 200 pali imponenti. Servivano per sostenere il Velario, enorme copertura di teli, che proteggeva gli spettatori dalle intemperie. Gli spettacoli comprendevano anche le Venationes, giochi con le belve, dove i gladiatori lottavano con esse cercando di scappare o di avere la meglio. Guerrieri armati affrontavano orsi, tigri leopardi. Alle terribili fiere venivano gettati anche i condannati a morte, coloro che si erano macchiati di gravi crimini. Come assassini, ladri e persone di malaffare.
Il Colosseo fu noto anche come luogo di esecuzione pubblica. I Cristiani tuttavia non furono mai trucidati all’interno dell’anfiteatro Flavio. Sotto la sabbia dell’arena vi erano le quinte del “teatro”. Erano collocate le gabbie dove venivano preparati per gli spettacoli gli animali e i gladiatori. Si trattava di una vera e propria “quinta scenografica”. Attraverso un sistema di ascensori e gallerie i protagonisti dei giochi venivano catapultati nell’arena. Il nome “Colosseo” si diffuse solo nel Medioevo, deriva dalla deformazione del termine Colosseum(colossale). Questo perché appariva così nel panorama architettonico di piccole casette dell’epoca ad uno o due piani. L’edificio era simbolo della Roma Imperiale dove vigeva l’ideologia di una volontà celebrativa. Lo svago ed il divertimento del popolo era dunque consentito. Fu inserito nel 1980 nella lista del Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia