(ASI) “Nell’immaginario popolare, nessun altro pittore evoca l’età dell’oro del Rinascimento fiorentino con più forza di Sandro Botticelli” : così Christopher Apostle, Direttore dell’ OldMasters Painting Departmentdi Sotheby ‘ s, racconta la bellezza e l’importanza di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi (1445-1510).
Figlio di un conciatore di pelli, originariamente destinato secondo il Vasari a essere orafo, strada che abbandonerà una volta diventato apprendista di Fra Filippo Lippi. Varie ipotesi fanno derivare il soprannome dalla robusta costituzione del fratello Antonio, detto “Botticello”, o da un alterazione del nome della professione del fratello Giovanni, orafo, a Firenze chiamato “battigello”. Alla fine degli anni 70 del 1400, Botticelli era già in proprio ed aprì una sua bottega. Si avvicinò ai principi dell’accademia neo-Platonica,istituzione fondata da Cosimo de Medici. Questo vide il maestro riscoprire la mitologia del mondo classico. I suoi personaggi erano incentrati sulla figura umana. Dallo studio del particolare alla natura.
Fu il primo a riscoprire e a dare il significato ad un nuova concezione dell’uomo. Quest’ultimo veniva posto al centro dell’universo. Alla corte di Lorenzo il Magnifico, il suo talento si eleverà a tal punto da fargli realizzare su commissione alcuni dei capolavori più importanti a noi noti come l’Adorazione dei Magi. In questo dipinto vennero ritratti i membri della famiglia Medici, come protagonisti dell’opera. Risalgono agli anni 80 del 1400 le opere più mirabili considerate pietre miliari nella storia dell’arte come : “La Primavera e la Nascita di Venere”. Essi sono conservati alla galleria degli Uffizi di Firenze. Le ninfe, le dee, le Madonne, i santi, gli eroi, i nobili di Botticelli popolano la nostra immaginazione come simboli della rinascita della scienza, dell’arte e della letteratura. Sovrana la città di Firenze, quella che il “Magnifico” Lorenzo De Medici consacrò a culla del Rinascimento italiano. Il tutto ha gettato le basi del mondo moderno. Vittorio Sgarbi si esprime così sul maestroattraverso la sintesi di unasua opera: “Mi colpì singolarmente, e finì per convincermi anni fa, l’interpretazione data da Giulio Carlo Argan della Nascita di Venere. L’artigianale predilezione dello studioso per un’iconologia semplificata e persuasiva aveva prodotto un buon risultato in quel quadro tanto noto e apparentemente semplice, illustrando il significato profondo, che era la negazione dell’apparenza. Abbiamo una Venere, ignuda, di straordinaria innocenza.
La divinità sembra uscire da una conchiglia che, come una piccola imbarcazione, oscilla sulle onde di un mare increspato dal complice soffio di Zefiro. La testa di Venere è coronata da un’intrecciata chioma bionda. Il soggetto è semplice e totalmente pagano, di ispirazione mitologica. Nessun dubbio: il Botticelli fu il primo disegnatore al mondo.” La posizione della dea discende dal modello classico di venus pudica ( che si copre con le braccia il seno e il ventre) e anadiomene (nascente dalla schiuma marina). L’eredità artistica di questo pittore, appare sempre viva nello spettatore. Si possono riscoprire i valori dei giardini della natura e dell’uomo, o della donna nella sua bellezza più rosea. Complice l’aurea atmosfera fiorentina cortese, le opere del maestro sono lo specchio della “rinascenza”. Il clima artistico molto ricco di quei lontani tempi rimane vivo nelle operedal pittore prodotte.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia