(ASI) Asiago (VI) - Il Corriere di Verona di ieri 12 giugno, ha regalato ai lettori ed appassionati di Mario Rigoni Stern, cantore della piccola Patria e dell'Altopiano di Asiago, una grande sorpresa: l'autore aveva custodito all'interno della scatola di latta di una colomba pasquale diversi manoscritti, 19 quaderni, 36 testi che vanno dal 1942 al 1980.
Tra questi spiccano una riscrittura del Sergente della Neve, l'opera grazie al quale l'autore si è imposto al grande pubblico, interrotta alla tredicesima pagina. Tra gli stupiti, sicuramente il figlio Alberico Rigoni Stern, meravigliato di poter leggere scritti giovanili del padre, di poter visionare il contratto con Einaudi per la pubblicazione del Sergente della Neve, do sfogliare le agendine usate durante la Naja da alpino, tra Francia, Russia ed Albania. Non è l'unico materiale che sarà oggetto di studio. Da febbraio infatti, la Soprintendenza archivistica del Veneto e del Trentino sta svolgendo una ricognizione sull'Archivio Rigoni Stern, dichiarato dal 2017 di interesse culturale. Tra gli oggetti, diversi quelli che emergono: dal cucchiaio con cui lo scrittore mangiava durante la prigionia, alle lettere a casa, dal rapporto epistolare con Primo Levi, alle lettere ad Italo Calvino, Giulio Einaudi, Romano Prodi, le foto con altri grandi protagonisti del novecento Veneto: Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello e molti altri.
Infine, come già Agenzia Stampa Italia ha ricordato, quest'anno il Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura multilingue delle Alpi è andato a Mario Balzano con l'opera Resto qui, Einaudi Editore.
Valentino Quintana - Agenzia Stampa Italia