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Cultura. Terroni di Pino Aprile, ul libro che fa discutere

(ASI) Abbiamo tentato, senza riuscirvi completamente, di leggere il libro “Terroni” di Pino Aprile.

 

Il rancore, anzi il vero e proprio livore che inzuppa ogni pagina di questo libro e che amplifica e distorce la verità storica del risorgimento italiano sino a fare dei “Piemontesi” ( termine che include tutti coloro che lottarono per l’unità, da Cavour a Garibaldi, a Mazzini a Pisacane, ecc. ecc ) dei cinici 'bastardi' dediti alla rapina, allo stupro, all’assassinio ed alle violenze più efferate, ci hanno talmente gravato l’animo ed esacerbato il cuore che non ci è stato possibile trovare la pazienza e la perseveranza per leggere tutto.

Abbiamo comunque esplorato il testo abbastanza a fondo da avere, crediamo, gli elementi oggettivi atti a dare un giudizio storico, politico e morale sull’opera.

Innanzi tutto l’autore, nella sua requisitoria contro Garibaldi e contro i piemontesi non cita un solo documento storico, ma, furbescamente, si appoggia a testi di autori che, come lui, hanno denigrato il risorgimento e quindi cita pareri interessati e secondo noi, talmente distorsivi da diventare bugiardi.

Non dubitiamo che la lotta contro la resistenza Borbonica, che, non dimentichiamolo, si era unita al brigantaggio comune, ha avuto episodi di crudezza e di violenza tra l’altro non inusuali in quel periodo storico di più di 150 anni fa, ma l’autore racconta una ferocia ed un cinismo che non trova paragoni nemmeno in Gengis Kahn, nel Feroce Saladino, nelle Crociate, nell’armata rossa di Stalin o in quella dei Khmer rossi Cambogiani..!!

E’ un’esagerazione voluta e calibrata volta a suscitare odio e sete di vendetta forse per un’inferiorità personale dell’autore che tenta così di risolvere le sue frustrazioni esistenziali di cui è responsabile per pochezza caratteriale, intellettuale ed umana, incanalandole verso un bersaglio terzo che lo assolve dalle sue colpe inconsce.

Certamente non vogliamo, né abbiamo i numeri, per fare una diagnosi psicanalitica dell’autore, ma non vediamo altra spiegazione logica, razionale ed accettabile per tanta acrimonia, per tanto livore, per tanto furore nell’esagerare i fatti che accompagnarono la conquista del sud e la sua unificazione all’Italia.

Certamente non siamo così sprovveduti da non sapere che vi furono anche soprusi e violenze e che la borghesia piemontese favorì se stessa e non il sud, ma quella guerra e soprattutto quel dopo guerra fu una guerra aspra e violenta in cui tra le parti in gioco c’erano anche la mafia, la camorra ed i briganti che certamente non vedevano di buon occhio coloro che volevano rompere quell’equilibrio che sotto i Borboni aveva stabilito un modus vivendi di reciproco interesse che durava da secoli e poi, nel contesto dell’impoverimento del sud, oltre alla chiusura delle manifatture, entrano anche tantissime altre ragioni come un latifondo ancora feudale, la stessa posizione geografica decentrata dall’Europa e la mancanza di infrastrutture.

L’autore imputa all’impoverimento del sud, secondo lui voluto e programmato dai “Piemontesi” l’esodo migratorio per il quale circa un milione di meridionali emigrarono all’estero, ma allora dovrebbe spiegare come mai, più o meno nello stesso periodo e poi sino ai primi del 900, anche milioni di abitanti della Lombardia, del Veneto, della Liguria, dell’Emilia e dello stesso Piemonte emigrarono in America, specie in quella del sud, tanto che oggi non esiste quasi una sola famiglia che non abbia cugini in quelle terre..!!

Forse la miseria non era monopolio del sud o forse la speranza di una vita nuova in una nuova terra attirava l’immaginazione di tanti indipendentemente dalla loro collocazione geografica.

Si consideri poi che a quell’epoca l’industria rappresentava, in ogni terra di tutta l’Europa ed ancora di più in Italia, solo una piccola percentuale del reddito di ricchezza prodotto mentre l’80% o il 90% era ancora rappresentato dall’agricoltura per cui la chiusura delle manifatture meridionali non poté incidere così profondamente, come l’autore vorrebbe far credere, sull’economia della regione.

Come sempre quando si vuole forzare una tesi, si ricorre al vecchio trucco comunicativo di raccontare i fatti senza usare menzogne conclamate, ma illuminandone sino all’esasperazione alcuni aspetti e tenendone in ombra o sottacendone altri in modo che una quasi verità formale diventi una menzogna sostanziale!

A parte comunque la superficialità, la faziosità ed il ragionamento, certamente non brillante dell’autore, vorremmo sottolineare anche altri aspetti contradditori e fortemente negativi che abbiamo riscontrato non tanto nella stesura quanto negli intenti che il libro si proponeva.

Chi ci conosce sa quanto sia saldo il nostro amore di Patria ed il nostro convincimento che noi tutti, dalla vetta d’Italia a Lampedusa, siamo un unico blocco compatto di fratelli che hanno in comune una cultura, una storia, una lingua, un progetto per l’avvenire e che il sangue versato per la bandiera dai Siciliani, assieme ai Lombardi, dai Pugliesi assieme ai Veneti, dagli Abruzzesi assieme ai Piemontesi, dai Romani assieme agli Emiliani sono un cemento che rende indistruttibile l’unità dell’Italia alla faccia di tutti i leghisti del nord e di tutti i separatisti del sud, ma proprio per questo non possiamo e non vogliamo tacere di fronte a questi biliosi e miserabili tentativi di dividerci!

L’autore è incorso in contraddizioni ed in non senso che vogliamo qui evidenziare:

A 150 anni dall’unità d’Italia quale senso ha evidenziare eventuali torti subiti? Forse a richiedere un indennizzo per la manifattura di Capo di monte oppure per il bombardamento di Gaeta? E chiederlo a chi dato che oggi non esiste uno stato Piemontese, ma solo uno stato Italiano del quale fanno parte sia il nord che il sud?

Equiparare il brigantaggio e quindi la mafia e la camorra alla resistenza Borbonica come fa l’autore, è un’operazione che nobilita o condanna alla gogna la resistenza stessa?

Istillare rancore, livore ed odio da parte dei meridionali verso i settentrionali, specie nel contesto politico di oggi, è un’operazione intelligente che darà dei vantaggi al sud oppure è un’idiozia che farà ridere a quattro ganasce i capi della Lega Nord perché è assolutamente congeniale ai loro disegni separatisti? Se Umberto Bossi fosse meno di scarsa levatura intellettuale di quanto è, avrebbe pagato lui stesso qualcuno per scrivere un libro come “Terroni” tanto questo gli fa gioco ..!!

A parte il suscitare il rancore dei meridionali verso i settentrionali e quindi, di riflesso e per reazione quello dei settentrionali verso i meridionali, quale mai vantaggio, quale mai conseguenza positiva questo libro potrebbe portare al meridione? Dato che oggi il nord è più ricco e più organizzato del sud e che il sud ha bisogno di investimenti e di una politica di sviluppo a noi sembra che il tentativo di esasperare gli animi giochi tutto a sfavore del meridione e che quindi, paradossalmente, Pino Aprile è oggettivamente uno dei più accesi antimeridionalisti conseguendo nella pratica ad ottenere il risultato opposto a quello che sperava ..!!

Pino Aprile avrebbe potuto analizzare e condannare gli atteggiamenti e gli avvenimenti che hanno effettivamente giocato a mantenere il sud dell’Italia in una situazione di inferiorità e cioè la politica di clientelismo e di connivenza con le mafie dei governi del dopo guerra, i tantissimi denari versati nel buco nero della cassa del mezzogiorno e che sono finiti in mani rapaci di cosche politico delinquenziali anziché creare quelle infrastrutture cui erano destinati in un disegno, questo sì perverso, di mantenere il sud come una massa elettorale che per necessità di vita doveva rispondere alle sollecitazioni dei partiti politici.

Avrebbe potuto testimoniare come i meridionali emigrati al nord, con il trovarsi in un contesto più favorevole e con migliori opportunità abbiano quasi tutti raggiunto buone, quando non ottime posizioni sociali dimostrando così che non le persone del sud erano carenti, ma bensì le situazioni esistenziali ..!!

Avrebbe detto cose note, ma avrebbe detto cose vere, ma ha invece preferito intingere la penna nell’odio e nel rancore per sfogare una rabbia sterile e stupida!

Forse riuscirà a vendere alcune migliaia di volumi, ma, per quello che ha scritto crediamo e speriamo che presto scomparirà nel limbo dei mediocri.

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