L’investimento culturale per promuovere il territorio e dialogo tra religioni per la Pace: il caso Galatone
(ASI) LECCE - E’ un sereno 7 luglio quando di mattina lasciamo il tranquillo lido di Metaponto, dove ci siamo concessi, mia moglie ed io, tre giorni di riposo. Rinverdite le antiche amicizie, nate oltre trenta anni fa con il gemellaggio tra L’Aquila, città che ho avuto l’onore di servire per tre decenni come amministratore civico, e Bernalda, amena cittadina dominante la fertile piana metapontina. Un gemellaggio ricco di relazioni, grazie alla condivisione di San Bernardino da Siena quale Patrono delle due città. L’Aquila, città dove il Santo dell’Osservanza francescana scelse anche di morire, il 20 maggio 1444, e dove il suo corpo riposa in una magnificente basilica rinascimentale, di Santi protettori ne ha altri tre: San Massimo, Sant’Equizio abate e San Pietro Celestino, il papa della Perdonanza.
Metaponto, un mare di perla e la vasta pineta litoranea alle nostre spalle, la superstrada Jonica ci porta verso Taranto, città ricca di storia, purtroppo ferita dai guasti ambientali d’una grande industria siderurgica non ancora risanati. Aggirata la città, dopo S. Giorgio Jonico, la strada fila diritta nella Messapia, tra ulivi, vigneti, frutteti e campi coltivati, sovente confinati con ordinate muraglie in pietre disposte a secco. E’ la cifra di questa terra di sole: colori ed odori intensi, dove madre natura declina le sue copiose possibilità al riparo d’una edilizia sparsa, che invece viene compiendosi armonicamente nei centri urbani che si susseguono: Fragagnano, Sava, Manduria, Avetrana. Si sente l’odore del mare, già quando la strada s’avvicina alla costa, intorno a Porto Cesareo.
Ora ci siamo quasi. S’annuncia Nardò, che meriterebbe una sosta e una visita attenta per apprezzarla, ma a Galatone ci attendono per l’ora di pranzo. Già dal vestibolo, fermandoci in un ampio spazio alberato a mercato, si scorge il cuore della città antica nelle sue belle declinazioni architettoniche. Una buona cucina ci disvela i suoi sapori. E’ cifra d’una sapida cultura gastronomica che solo chi ha desiderio di scoprire il sorprendente scrigno di ricchezze della provincia italiana ha il privilegio d’apprezzare. E il Salento è una cornucopia feconda di bellezze, sapori, tradizioni, arte e storia millenaria. E di accoglienza ospitale. E di Cultura, con la maiuscola.
La Cultura, infatti, è stato richiamo e motivo di questo viaggio: il Premio Galatone Arte e il Premio Letterario “Città del Galateo”. Due eventi che l’associazione internazionale VerbumlandiArt promuove, sotto la creativa guida della sua presidente Regina Resta e d’un affiatato team di collaboratori: Luigi De Giorgi, Maria Teresa Infante, Massimo Massa, Nadia Celi, Carlo Roberto Sciascia, Renato Arrigo, Carlo Alberto Augieri, Guido Vaglio ed altri ancora. Li incontriamo e conosciamo tutti a sera, al vernissage della mostra collettiva d’arte nello splendido Palazzo Marchesale, prezioso gioiello nel suo disegno architettonico ed ancor più nel sapiente restauro che l’ha restituito ad un uso culturale poliforme. Nei suoi diversi ambienti ospita esposizioni, nuclei museali, concerti, conferenze e nei suggestivi locali ipogei un’interessante mostra sulle Macchine di Leonardo da Vinci.
La Mostra delle opere del Galatone Arte 2016 è al primo piano del Palazzo. Nadia Celi, Carlo Roberto Sciascia e Renato Arrigo, insigni critici d’arte, presentano l’esposizione che per tema ha “La Bellezza nell’Arte”, ispirato alla famosa lettera agli Artisti di Giovanni Paolo II. Sottolineano, i tre esperti della giuria, la qualità degli artisti e delle numerose opere esposte. Sondra Dell’Oco, assessore alla Cultura, e il sindaco Livio Nisi portano il saluto della Municipalità, annotando quanto le politiche culturali siano importanti nel progetto di sviluppo della città. Poi la firma d’un Patto di collaborazione suggella l’amicizia tra VerbumlandiArt e l’Associazione dei Poeti della Serbia, presenti con una delegazione assai rappresentativa.
L’indomani, 8 luglio, nell’ampio atrio del Palazzo Marchesale, le cui origini risalgono al XII secolo, si tiene a sera una conversazione sul dialogo tra religioni: “La pace attraverso il dialogo”. Hafez Haidar, scrittore e poeta d’origine libanese, candidato al Premio Nobel per la Pace, porta la sua straordinaria testimonianza di vita, impegnata nel dialogo interreligioso, conversando con Rosa Nicoletta Tomasone, scrittrice e feconda animatrice di rilevanti progetti culturali europei che riguardano il dialogo tra le culture del Mediterraneo, e con chi scrive. Grande l’emozione quando viene richiamata l’essenza del messaggio di Pace che è alla base delle religioni e della necessità del perdono reciproco per riconciliarsi. E poi ancora quando si richiama il messaggio universale di Pace che Celestino V - il papa che dopo cinque mesi rinunciò alla tiara - con la sua Bolla, nel settembre 1294, consegnò in eredità alla città dell’Aquila e all’intera umanità la Perdonanza, il primo giubileo della cristianità. Da 722 anni, ogni anno, dal vespro del 28 a quello del 29 agosto, si celebra a L’Aquila il giubileo della Perdonanza, aprendo per un giorno la Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio. Hafez Haidar, docente di letteratura araba all’Università di Pavia, è persona di profonda sensibilità ed umiltà. Non cerca di dissimulare la commozione quando gli rivelo che la sua città natale, in Libano, la bella Baalbek con le meravigliose vestigia romane dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, è gemellata con L’Aquila. Ma si alza e con gli occhi umidi viene ad abbracciarmi, facendo sbocciare una “fraternità” che fonda sull’affinità e la condivisione di profondi valori universali, spirituali e civili. Un sentimento che avvertiamo diffuso tra i protagonisti di queste giornate culturali.
Nella terza giornata, il 9 luglio, inizia nel pomeriggio la presentazione delle opere poetiche e narrative con la consegna del Premio “Città del Galateo” ai vincitori. Un grande lavoro, quello svolto dalla giuria presieduta dal prof. Carlo Alberto Augieri dell’Università del Salento, nella selezione delle tantissime opere in concorso, segnate da un alto livello creativo e qualitativo. Un vero successo questa quarta edizione del Premio. E una bella kermesse, che va avanti fino a tarda sera, l’andirivieni di vincitori e menzionati d’onore, trapuntata con sprazzi di buona musica, danza e belcanto. Infine, la consegna dei riconoscimenti a Personalità della cultura, insignite del Premio alla Carriera. Tre giorni, dunque, di iniziative culturali che hanno dato lustro e prestigio ad una ridente città come Galatone che, con le sue migliori espressioni, sa dimostrare quanto la prelazione dell’investimento in Cultura sia scelta determinante per la valorizzazione del territorio, delle sue risorse artistiche, del suo patrimonio di bellezze, tradizioni e singolarità.
Un cespite eccezionale in Italia, sopra tutto nel meridione, così ricco di potenzialità sovente inespresse o largamente neglette. Galatone, città del Galateo (l’umanista, accademico e medico Antonio de Ferrariis, nato a Galatone nel 1444 e morto a Lecce nel 1517), propone una tendenza diversa, quella giusta, impegnativa ma ricca di prospettive. La valorizzazione dell’arte contemporanea e della creatività letteraria, unite al cenacolo di sensibilità sui grandi temi che disegnano un futuro migliore per l’Umanità, come il Dialogo tra culture e religioni, quale presupposto della Pace, fanno di questa splendida cittadina del Salento un esempio da emulare. Un caso davvero da osservare per quanto questi eventi di eccellente qualità, organizzati da un’associazione culturale di volontari, come VerbumlandiArt, siano fortemente utili e in grado d’attivare un’efficace promozione e valorizzazione della città che li ospita e del suo contesto territoriale. Se sono capaci di realizzare, come in effetti lo sono, presenze rimarchevoli in numero e qualità da ogni parte del Paese e anche dall’estero.
L’investimento in Cultura dà frutti. Lo dicono le decine e decine di testate italiane, agenzie internazionali ma anche giornali all’estero, che hanno riportato notizie sugli eventi e commentato il loro esito. Un’attenzione giornalistica che farà certamente bene a Galatone e al Salento. E poi appunto la città, visitata gustata ed apprezzata in tutte le sue bellezze artistiche e architettoniche, con autentiche perle da scoprire. Galatone ha lasciato pieni di stupore i tanti ospiti presenti. Se poi s’aggiungono le visite a Lecce, seducente bomboniera lapidea di raffinato barocco e dei superbi resti romani dell’antica Lupiae, e alla splendida Gallipoli, con l’intrigante reticolo urbano del prezioso centro storico, contornato dall’intenso blu diafano del mare e dall’incanto della costiera, la promozione delle meraviglie presenti in questa parte di Salento assume un rilievo più lato. Ciascun ospite dei due eventi - l’artistico e il letterario - porterà di Galatone un segno duraturo, un desiderio di ritorno, un’esigenza a raccontarne la suggestione. Che poi è il più efficace modo di diffondere un luogo e stimolare la curiosità alla conoscenza d’un territorio. E il Salento davvero merita questa attenzione, per le sue bellezze e per la squisita cortesia della sua gente.
Goffredo Palmerini