(ASI) Cosa significare operare da volontario in carcere e com’è la realtà degli istituti penitenziari italiani? Ha provato a rispondere a questa domanda Antonella Speciale nel volume “Il futuro sarà di tutta l’umanità – Voci dal carcere” scritto in collaborazione con Emanuele Verrocchi ed edito dalla Dissensi. Nel libro l’autrice racconta la sua esperienza fatta di laboratori di scrittura per detenuti che le hanno dato la possibilità di entrare in contatto con un mondo ai più sconosciuto ed al quale le persone guardano con sostanziale disinteresse.
Con grande tatto e sensibilità l’autrice riesce a illustrare un mondo fatto di disperazione e desolazione dove spesso il carcere non è una scelta ma una conseguenza inevitabile dato il contesto sociale in cui si cresce e dal quale troppo spesso non vi è possibilità di emancipazione.
Ciò l’autrice nel testo riesce a descrivere meglio nel testo è soprattutto l’inadeguatezza, nota da tempo, del sistema penitenziario italiano che non riesce a mettere in atto misure per il reinserimento del detenuto andando così a creare un vortice vizioso nel quale la recidiva diventa una costante ineluttabile.
Particolarmente apprezzabile la parte in cui l’autrice spiega ed analizza le strutture di massima sicurezza non solo per ciò che rappresentano ma anche per l’idea di mondo a parte che in queste si viene a creare con tutto ciò che ne conseguenze. “La prima volta che vi entrai percepii, mentre camminavo nei lunghi corridoi, una sensazione di disperata e disperante insensatezza. Cancelli, ripetizioni di nome e cognome come un ritornello, inferriate oltre le quali i detenuti attendevano di essere trasportati da un posto all’altro”.
Molto intense poi le pagine in cui sono riprodotti i lavori dei carcerati che hanno preso parte ai laboratori dell’autrice mettendosi a nuda e facendo un primo parziale bilancio delle loro esperienze.
A. Speciale, E. Verrocchi “Il futuro sarà dell’umanità – Voci dal carcere”, Dissensi. Pagg. 12°, 10,90 euro.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia
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