(ASI) Evento mondiale. Ecco come ci era stato presentato il film "50 sfumature di grigio", tratto dall'omonimo libro della scrittrice inglese E. L. James (nome originale Fifty Shades of Grey).
Si potevano acquistare i biglietti in prevendita già durante il periodo natalizio, e alla Berlinale, il Gran Gala era tutto in onore di quest'opera cinematografica. Ma il film è stato all'altezza del best seller facente parte della trilogia che ha venduto milioni e milioni di copie nel mondo? Non penso sia facile rispondere a questa domanda, viste le aspettative altissime, e considerato il basso contenuto "sadomaso" offerto al grande pubblico. Chi si aspettava infatti di vedere molte più scene "hard", ove i protagonisti si calavano nel mondo della perversione con fruste, frustini, collari e molto di più rimarrà deluso. Le scene un po' più "spinte" possono essere al massimo tre. Cosa può motivare allora il pubblico a visionare il film (avendo magari già letto il libro, o uditone la trama da amici, fidanzati, parenti o "praticanti del sadomaso veri e propri" vari), se quest'ultimo non va oltre una certa soglia? Altra bella domanda. A mio modesto avviso, c'è una profonda differenza tra libro e film. Quest'ultimo, proprio per rispettare una certa sensibilità, non può spingersi oltre un certo limite. Le associazioni contro le varie forme di violenza avrebbero certamente (e giustamente) protestato molto di più, e anche la durata stessa della pellicola si sarebbe dilatata. Il film alimenta di gran lunga la "favola" del libro, quella che ha incantato i lettori: infatti, il giovane, bellissimo, dotatissimo (di qualità) Christian Grey, fondatore di un impero, sceglie, per una pura casualità, la giovane, timida, imbranata, inesperta (e vergine) Anastasia Steele. E il ragazzo, bello ed impossibile, trascina nel suo vortice la giovane, provinciale e romantica, la quale tutto poteva immaginare, fuorché di esser catapultata nel mondo del sadomaso e del lusso sfrenato. D'altronde, nella vita reale, pochi possono presentarsi ad un appuntamento con il proprio elicottero privato, sfoderando una decina di macchine diverse, mostrando un'abitazione personale da mille ed una notte. Uniti a ciò, Christian ha però un lato oscuro, quelle "50 sfumature di perversione" che lo portano a relazionarsi con le donne in una maniera tutta particolare: dapprima un contratto preliminare, (ove si conviene tutto, dalla riservatezza alle pratiche sadomasochiste), e poi il suo lato oscuro prende vita, "punendo" la sua "sottomessa" con gli attrezzi del mestiere. Un vero e proprio dominatore, anzi master, che non ha nulla di romantico, non conosce né fiori né cene intime, né vuole condividere un letto con la propria donna. Dall'altro lato, Anastasia Steele, bellissima, ma inesperta, la classica ragazza americana ingenua e per lo più vergine, in attesa dell'amore vero. Cosa può nascere da un simile connubio? Riuscirà lei a cambiare il duro (e dal passato problematico) Christian, oppure diventerà una delle sue sottomesse, con qualche leggera sfumatura? Questo è ambito della trilogia e parte del film, e anche della critica letteraria. Il film scorre molto bene, e si può dare alla regia tre meriti: il bel panorama di Seattle, vista con inquadrature dall'alto; le scene girate in montagna, scelta che pochi ormai compiono (persino una passeggiata in un bosco, per molti, risulta problematica); per ultima, cito la scena finale, prima dell'abbandono, da parte di Anastasia, del suo innamorato. In questa, Christian frusta violentemente la ragazza, nel tentativo di spiegarle cosa "provasse" veramente. Purtroppo, Mr. Grey questa volta gioca male le sue carte, e fa davvero molto male ad Anastasia, incapace di capire. Quest'ultima, pregna di dolore fisico e morale, si allontana da lui e da quella maledetta camera di torture, nuda e piangente. Apostrofa il suo amato con l'epiteto "stronzo", e dopo una lotte trascorsa in lacrime, si allontana. Forse proprio questa è l'unica e vera propria scena per la quale il film merita di essere visto: un uomo esercita una violenza assurda ed immotivata su una donna che diceva di amare, indifesa. Qualsiasi forma di brutalità è da rinnegare, a maggior ragione se questa viene esercitata dietro la scusa dell'amore.
Se Anastasia rifiuta il suo sogno di vita con Christian, finisce quindi la storia. Sbagliato: finisce il primo capitolo della saga, giocoforza il primo film. Appuntamento al secondo. Forse, al prossimo San Valentino.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia