(ASI) «Il Poetry Slam è sostanzialmente una gara di poesia in cui diversi poeti leggono sul palco i propri versi e competono tra loro, valutati da una giuria composta estraendo a sorte cinque elementi del pubblico, sotto la direzione dell’Emcee (Master of Cerimony), come dicono in America, mutuando il termine dallo slang Hip Hop.
Ma lo slam è poi, in verità, molto di più, ed è in questo ‘di più’ che sta la ragione del suo dilagante successo in America, Canada, Inghilterra, Germania ed ora anche in Italia». Così descrive il poetry slam Lello Voce, uno dei migliori poeti performer italiani del momento.
«Lo slam – continua Voce - è un modo nuovo e assolutamente coinvolgente di proporre la poesia ai giovani, una maniera inedita e rivoluzionaria di ristrutturare i rapporti tra il poeta e il ‘pubblico della poesia’. Lo slam è sport e insieme arte della performance, è poesia sonora, vocale; lungi dall’essere un salto oltre la ‘critica’, lo slam poetry è un invito pressante al pubblico a farsi esso stesso critica viva e dinamica, a giudicare, a scegliere, a superare un atteggiamento spesso tanto passivo quanto condiscendente, e dunque superficiale e fondamentalmente disinteressato, nei confronti della poesia».
È per questo motivo che l’Associazione Libero De Libero di concerto con il liceo “Leonardo Da Vinci” di Terracina hanno voluto chiudere, da un’idea della prof.ssa Sandra Di Vito, gli “Incontri con la poesia contemporanea” facendo “scontrare” – incontrandosi - i ragazzi e tutti coloro che nel cassetto hanno qualcosa di scritto, pur non sapendo ancora se sia poesia, diario, prosa. Condivisione è la parola d’ordine delle letture al poetry slam di mercoledì 23 aprile presso l’aula magna del liceo “Leonardo Da Vinci” di Terracina. Si inizierà alle 14.30: la sfida è aperta a tutti.
Ricordiamo l’appuntamento citando ancora Lello Voce: «Lo slam dimostra, con la sua stessa esistenza e il suo diffondersi, l’indispensabilità della poesia nella società contemporanea e soprattutto il suo essere arte adeguata ai nuovi e mutati contesti antropologici proposti dal terzo millennio, specie se portata fuori dai libri e dalle incrostazioni scolastiche. Come ha detto nell’esordio di un suo quasi-manifesto Marc Smith, il poeta americano che nel 1987 a Chicago ‘inventò’ il Poetry Slam, “la poesia non è fatta per glorificare il poeta, essa esiste per celebrare la comunità; il punto dello slam non sono i punti, il punto è la poesia”».