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La compagnia “Liotru” ha aperto la 46° stagione con “Liolà” di Pirandello al teatro Don Bosco di Catania
(ASI) Catania - La campagna, la raccolta dei frutti della terra, gli intrecci amorosi che si innescano tra i contadini, la strenua difesa di ideali e valori radicati nei secoli.
E’ un contesto tipicamente agreste, collocato spazialmente e temporalmente in una Sicilia ancora legata a vecchie tradizioni, quello in cui si svolge la commedia in tre atti “Liolà”, firmata da Luigi Pirandello, con cui la compagnia “Liotru” ha alzato il sipario, sul palcoscenico del teatro Don Bosco di Catania, sulla quaranteseiesima stagione, curata dalla direzione artistica di Franco Blundo. Con la sapiente e mai scontata regia di Grazia Nicotra, il sodalizio artistico etneo ha proposto una versione dell’opera ben confezionata e ricca di sfumature e di significati. Ambientata in un paesino alle pendici del vulcano Etna, è attorno alla figura di Neli Schillaci, detto Liolà (interpretato da Luca Tanteri), giovane spensierato dall’animo libero e ribelle, che si snoda la trama della messinscena, ispirata all’attaccamento alla “roba” di verghiana memoria.

 

L’anziano Simone Palumbo (Franco Roccasalvo) è alla ricerca di un erede che purtroppo non arriva e così, desideroso di difendere la propria virilità, intende appropriarsi del futuro nascituro della nipote Tuzza (Claudia Cantale), in attesa di un figlio il cui padre è proprio Liolà, già alla prese con altri tre piccoli “cardelli”: Paliddu, Caliddu e Tiniddu interpretati dai giovanissimi Sandro Seminara, Alessandro Blundo e Daniel Fresta.

Sulla scena si stagliano, nitide e dai contorni ben definiti, le figure femminili della zia Croce Azzara cugina di zio Simone (Deborah Sorbello), della moglie di Simone, Mita (Noemi Stracquadanio), della Gna’ Gesa (Giorgia Greco), e della Gna’ Carmina (Marianna Muscari), di zia Ninfa (Rosalba Ruggieri) madre di Liolà, accompagnate da Ciuzza, Luzza e Nedda (rispettivamente Jenny Baiunco, Giulia Zappalà e Claudia Blundo). Un incontro – scontro tra due universi, quello maschile e quello femminile, che culmina nel ferimento di Liolà, da parte di Tuzza, con cui si conclude la commedia.

Apprezzati dal numeroso pubblico intervenuto anche i movimenti scenici e le danze, curati da Cinzia Riccioli, in cui si sono esibiti gli uomini e le donne del contado e le ballerine: Giuseppe Raimondo, Davide Imbrosciano, Manuela Lupica, Noemi Di Paola, Mariateresa Di Mauro, Gloria Seminara, Sofia Raimondo, Alice Raimondo. Sulla scena anche Sergio Buttigè nei panni del suonatore.

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