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L’8 maggio 1983 moriva a Los Angeles John Fante -  A 30 anni dalla scomparsa del grande scrittore italoamericano due Concorsi letterari

(ASI) L’8 maggio 1983 moriva a Los Angeles il grande scrittore italo americano John Fante, cieco ed amputato di entrambe le gambe per un diabete che da anni lo assillava. Era nato a Denver, in Colorado, l’8 aprile 1909 da Nicola Fante (Nick), emigrato abruzzese di Torricella Peligna e da Mary Capoluongo, originaria di Chicago e figlia d’immigrati lucani.

 

“Rimasi fermo per un attimo a leggere, poi mi portai il libro al tavolo con l’aria di uno che ha trovato l’oro nell’immondezzaio cittadino … Quando cominciai a leggere quel libro mi parve che mi fosse capitato un miracolo, grande e inatteso … l’autore era John Fante, che avrebbe esercitato un’influenza duratura su di me …”.

 

Sono passati 30 anni dalla sua morte e vogliamo ricordarlo con le parole di Charles Bukowski. A lui si deve la riscoperta di questo grande scrittore italo americano che tanto ha segnato la letteratura del ‘900. Uno scrivere ficcante, rapido, incisivo, ironico. Fante ha la capacità di raccontare il mondo che gli ruota intorno: “C'era qualcosa che non andava, anzi, c'era tutto che non andava … Guardai le facce della gente attorno a me, e sentii che la mia era uguale alle altre. Facce senza sangue, facce tirate, preoccupate, smarrite. Facce sbiadite come fiori strappati dalla radice e ficcati in un altro vaso. Dovevo andarmene da quella città.” (da Chiedi alla polvere).

 

Il Comune di Torricella Peligna, paese di origine del padre dello scrittore, dal 2006 organizza il Festival “Il Dio di mio padre”, sotto la direzione artistica di Giovanna Di Lello, e per la VIII edizione, che si svolgerà dal 23 al 25 agosto prossimi, indice due concorsi letterari.

 

Il primo è per racconti inediti dedicati a John Fante, in occasione del Trentennale della morte dello scrittore. Per partecipare al concorso è richiesta la pubblicazione del racconto sul profilo Facebook del Festival letterario “Il Dio di mio padre” dedicato a John Fante, al seguente indirizzo http://www.facebook.com/johnfante.org. I racconti si possono postare fino al 30 giugno 2013.

 

Il secondo concorso è il “PREMIO JOHN FANTE OPERA PRIMA”, per il romanzo o la raccolta di racconti, riservato ad un’opera prima, in lingua italiana, edita in Italia nel corso dei dodici mesi precedenti il bando. La Giuria tecnica, composta da Francesco Durante (presidente), Masolino D’Amico e Giulia Alberico, provvederà a scegliere le tre opere finaliste e le sottoporrà ad una Giuria popolare che ne decreterà il vincitore. Le opere dovranno essere consegnate o recapitate alla Segreteria del Festival entro e non oltre il 15 giugno 2013. Tutte le informazioni sul sito www.johnfante.org .

 

 

Cenni biografici (da www.johnfante.org)

John Fante nasce a Denver, nel Colorado (Usa), l’8 aprile 1909 da un’umile famiglia d’origine italiana. Il padre, Nick, un muratore di Torricella Peligna (Abruzzo meridionale), emigra negli Stati Uniti nei primi anni del Novecento, dove sposa Mary Capoluongo, una cattolicissima italoamericana, nata a Chicago, figlia di un sarto lucano. John Fante, primo di quattro figli, trascorre la sua infanzia a Boulder (Colorado) e nel 1927 si diploma al Regis High School di Denver, dai Gesuiti. Subito dopo, inizia a frequentare l’Università del Colorado senza mai ultimare gli studi. Negli anni Trenta, poco più che ventenne, John Fante si trasferisce in California, a Wilmington, nei pressi del porto di Los Angeles. Segue per un breve periodo alcuni corsi di scrittura all’Università di Long Beach: vuole diventare scrittore. Resta folgorato dalla prosa dello scrittore norvegese Knut Hamsun, suo indiscusso maestro. In questo periodo, H. L. Mencken, uno dei critici più autorevoli del tempo, lo incoraggia a scrivere e gli pubblica diversi racconti sulla nota rivista “The American Mercury”, tra cui Il Chierichetto. A Los Angeles, Fante è costretto ad alternare la sua attività di scrittore a lavori da lavapiatti, stivatore, fattorino d’albergo, operaio nelle fabbriche di scatolame di pesce. L’esperienza fatta in questo periodo a Los Angeles, così come i ricordi legati alla sua infanzia trascorsa nel Colorado, alla figura della madre e soprattutto del padre diventeranno “materia” letteraria da cui Fante attingerà per tutta la vita. Negli anni Trenta, Nick e Mary Fante si trasferiscono a Roseville, una tranquilla cittadina californiana dove John Fante incontra la sua futura moglie, Joyce Smart, una delle prime donne laureate alla Stanford University. La famiglia Smart, costituita da ricchi proprietari terrieri anglosassoni (appartenenti ai cosiddetti WASP), non vede di buon occhio la relazione della figlia con un giovane scrittore dall’ “aspetto così italiano come lo definisce la madre di Joyce. Il 31 luglio 1937, i due innamorati decidono, perciò, di sposarsi in segreto a Reno, nel Nevada, e di trasferirsi a Los Angeles, dove avranno quattro figli.

 

Dopo la stesura del suo primo romanzo, La strada per Los Angeles, più volte rifiutato dagli editori e uscito postumo, Fante pubblica nel 1938 Aspetta primavera, Bandini considerato dalla critica americana tra i migliori libri dell’anno. Il romanzo esce anche in Inghilterra, ed è tradotto in Italia (da Elio Vittorini) e in Norvegia. Nel 1939, viene pubblicato Chiedi alla polvere, il suo capolavoro, all’epoca recensito con meno entusiasmo del romanzo precedente. L’anno dopo, la casa editrice Viking di New York dà alla stampa la prima raccolta di racconti di Fante, Dago Red. In questi anni, Fante intraprende la professione di sceneggiatore parallelamente a quella di scrittore, ciò che gli consente di vivere con una certa agiatezza economica. Inizia a lavorare per Hollywood e lo farà per più di quarant’anni, scrivendo sceneggiature di film di serie B, ma anche per registi del calibro di Dmytryk e Orson Welles. Numerose sono anche le sue collaborazioni con produttori italiani, tra cui Dino De Laurentiis. Alla fine degli anni Trenta, Fante si dedica ad un progetto che considera decisivo per la sua carriera di scrittore. Si tratta di un romanzo sugli emigrati filippini della California (The Little Brown Brothers), per il quale firma un nuovo contratto con Pascal Covici della Viking, che però, dopo avere letto alcune stesure del romanzo, rifiuta di pubblicarlo perché poco riuscito. Amareggiato, Fante rimane circa dieci anni senza più scrivere un solo rigo di narrativa e, con grande frustrazione, si concentra quasi esclusivamente sul suo lavoro di sceneggiatore, che però non apprezzerà mai fino in fondo. Questi sono anche gli anni in cui Fante collabora con i servizi d’informazioni americani e conduce una vita d’eccessi, dedita al gioco d’azzardo, al golf e all’alcool.

 

Bisogna aspettare gli anni Cinquanta per un nuovo romanzo. Full of Life esce nel ’52 e diventa subito un best-seller tradotto in numerosi paesi. La trasposizione hollywoodiana del romanzo da parte della Columbia Pictures lo fa prosperare economicamente. Acquista la famosa villa ad ipsilon a Point Dume, dove ambienterà Il mio cane stupito. Full of Life è diretto da Richard Quine e il ruolo da protagonista è affidato alla star del momento, Judy Holliday. Fante ne firma la sceneggiatura, per la quale ottiene anche una nomination ai Writers Guild of America.
Negli anni Sessanta, Fante ritrova la sua verve creativa e scrive alcuni dei suoi romanzi e racconti più intensi, a lungo però ignorati dalle case editrici: La confraternita del Chianti, romanzo sulla figura del padre tra i più belli della letteratura mondiale, sarà pubblicato solo nel 1977, mentre Un anno terribile e Il mio cane stupido usciranno postumi. Nel frattempo, una nuova generazione d’artisti, principalmente californiani, vede in Fante un maestro e il vivo entusiasmo che si crea intorno alla sua opera segna l’inizio della riscoperta di uno scrittore caduto da ormai troppo tempo nel dimenticatoio.

 

Decisivo sarà il ruolo giocato da Charles Bukowsky in questo processo letterario. In Donne (1978), John Fante diventa lo scrittore preferito di Chinasky. “Fante era il mio dio” affermerà a più riprese Bukowsky, suscitando in tal modo la curiosità dei lettori di tutto il mondo e del suo editore John Martin della Black Sparrow Press, il quale, dopo aver letto Chiedi alla polvere, ormai introvabile nelle librerie americane, progetta di ristampare tutti i suoi libri. Sebbene afflitto da un dilagante diabete contro cui combatte da anni, che lo ha reso cieco e disabile, John Fante decide nel 1979 di scrivere un nuovo romanzo e inizia a dettare alla moglie quella che sarà la sua ultima opera, Sogni di Bunker Hill, pubblicata dalla Black Sparrow nel ’82. John Fante muore l’8 maggio del 1983, qualche mese dopo la ristampa di Aspetta Primavera, Bandini. Negli anni ’90, l’opera di Fante viene ripubblicata con successo in tutt’Europa, in particolare modo in Francia e Italia. Oggi John Fante è considerato uno scrittore di culto soprattutto tra i giovani. (gdl)

 

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