Paola Lazzarini è una ragazza che per molti anni ha frequentato l’ambiente della parrocchia e come lei tante sue amiche; tutte ragazze che hanno avuto come caratteristica quelle di non riuscire ad incontrare o trovare tardi l’uomo della propria vita.
Lei c l’ha fatta ed ha messo per iscritto la propria esperienza per iscritto, quasi a voler aiutare quelle ragazze che, come lei, stanno portando avanti una difficile ricerca.
Come nasce questo libro, oltre che da esperienze vissute come nasce proprio questa particolare idea?
L’idea nasce dalla considerazione che nel panorama ecclesiale, ma non solo, manca uno sguardo più profondo al panorama dei single ed anche alla sofferenza di chi è solo senza averlo scelto. Quindi ho cercato un po’ nel mio piccolo di provare a colmare questo vuoto scrivendo.
Oggi rispetto a 20 o 30 anni fa le persone hanno più occasioni per conoscersi eppure è sempre più difficile trovare la propria anima gemella. C’è una mancanza di volontà nell’impegnarsi o proprio una difficoltà nel rapportarsi con il prossimo?
Sicuramente in queste ultime decine di anni c’è una maggiore aspettativa rispetto ai rapporti affettivi. Quindi c’è un desiderio di incontrare realmente la persona con la quale condividere molto questo fa sì che la difficoltà aumenti quando invece si cercava solamente una persona con cui metter su famiglia. Oltretutto i momenti di incontro non sono molti, se pensiamo ai tempi della nostra vita che sono molto congestionati, legati al lavoro, le occasioni poi sono poche se andiamo a vedere bene.
È stato più difficile trovare l’uomo della sua vita o un editore disposto a investire in questo progetto?
Sicuramente l’uomo della mia vita; io mi sono rivolta al mondo della stampa cattolica perché questo è un libro che ha anche degli elementi legati alla spiritualità. Però non è stato facile trovare qualcuno che avesse il coraggio di pubblicarlo perché da un certo punto di vista è anche trasgressivo. Nonostante ci ha creduto e continua a crederci una piccola casa editrice che continua a promuoverlo.
Quanto sono importanti le manifestazioni come Più libri più liberi per far conoscere il proprio lavoro al pubblico?
Tantissimo perché altrimenti si rischia di rimanere confinati nella piccola cerchia degli addetti ai lavori. Anche la stessa presenza nello stand in pochi giorni mi ha permesso di esser visibile a migliaia di persone.
Che consiglio darebbe a chi sogna di fare lo scrittore?
Io ho sempre desiderato scrivere ed ho sempre scritto. La cosa difficile è far conoscere agli altri ciò che scrive. Quando si fa questo passo e si accetta di correre il rischio allora si viene ripagati nel senso che se siamo noi i primi a crederci poi troveremo qualcuno che crede in noi.
Sta già lavorando a qualche nuovo libro?
Sì, a due insieme, anche se questa volta sono argomenti diversi, uno è un giallo, ma questo è un po’ un sogno e poi invece una sorta di riflessione post “Single di Dio” ovvero cosa succede quando poi si incontra la persona cercata.
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