(ASI) Mi è talmente piaciuto questo film che ho deciso di parlarne sia con lo sceneggiatore Luiz Bolognesi che con la regista Lais Bodanzky.
Con molta simpatia, tipica dei brasiliani, entrambi mi hanno spiegato che questo film è il risultato non solo della sceneggiatura scritta da Bolognesi e rivista dalla Bodanzky, ma ne hanno preso parte anche gli stessi attori, che sono veri e propri studenti, scelti nelle scuole. Sono stati provinati 2500 ragazzi, che dovevano presentarsi in cinque minuti. La cosa straordinaria è che hanno scoperto ragazzini alla prima esperienza cinematografica di 14 anni che hanno più che convinto. Per il film ci sono voluti circa un anno e mezzo di riprese e gli stessi attori sono cresciuti con i loro personaggi. La regista, una piacevole donna che dal suo sguardo fa capire quanto abbia a cuore i ragazzi ci ha confessato che è stato molto bello lavorare con loro, poiché hanno dato letteralmente vita al film. Si è poi dimostrata interessata alla realtà italiana ed ella stessa mi ha fatto domande relative alla nostra zoppicante scuola italiana e ai film che la riguardano. Ho personalmente elogiato il lavoro, in quanto se non avessi visto il film in portoghese, avrei pensato di vedere una scuola del nostro paese e non quella realtà triste e cupa che ci ha presentato il film in concorso al Festival di Roma, La scuola è finita. Siccome il discorso si è allargato, visto la simpatia di Lais, è venuto fuori parlando delle realtà locali, che per lei Perugia è la più bella città d’Italia e cosa più gradita non poteva dire e fa molto orgoglio che è una valida regista di un paese così lontano apprezzi la nostra cittadina. Spero vivamente che il film arrivi in Italia, perché un altro elemento a favore del film è che oltre ad aver entusiasmato il pubblico degli adolescenti, ha divertito e trovato moltissimi apprezzamenti anche tra i grandi. Il film purtroppo non ha vinto il Marco Aurelio, ma è, a mio avviso, destinato a valorizzarsi.