(ASI) Il primo giorno della mia vita è un film, che ha atteso il tempo giusto per uscire nelle sale. Girato in pandemia, e proprio per questo il regista romano non se la è sentita di andare oltre oceano come annunciato in passato, il film ha atteso quasi un anno per ritrovare il cinema pre-Covid. Tuttavia, troviamo un Genovese diverso: più profondo, più complesso, decisamente più autoriale.
Il film è tratto dall’omonimo libro di Genovese, cambia solo l’ambientazione e i nomi che sono inglesi anziché italiani. Abbiamo Napoleone (Valerio Mastandrea), che è un motivatore famoso, che sembra avere tutto, ma è profondamente infelice; Arianna (Margherita Buy), una poliziotta che non riesce a superare la perdita della figlia; Daniele (Gabriele Cristini), un ragazzino in sovrappeso che è una star dei social con i suoi video ridicoli; Emilia (Sara Serraiocco), campionessa di ginnastica artistica ora in sedia a rotelle. Tutti questi quattro hanno pensato di farla finita di togliersi la vita, ma ad ognuno di loro viene data una possibilità per ripensarci da un misterioso personaggio (Tony Servillo). Sette giorni sospesi tra la vita e la morta, sette giorni tra passato, presente e futuro, sette giorni per decidere se vivere o morire attraverso un viaggio quasi “dickensiano” tra sogno e realtà.
Genovese ci mostra una Roma, diversa, come le grandi metropoli del mondo, con paesaggi diversi, variegati, che si adattano al percorso spirituale ed esistenziale dei protagonisti. Non più le location statiche di Perfetti sconosciuti o The place, ma ambienti funzionali alla storia, che evolvono e cambiano come cambia la vita. Tanti i temi che il regista mette in questo film: la vita, la morte, la ricerca della felicità, la depressione, la perdita, il bullismo, la paura di vincere. Tanti, ma tutti abilmente raccontati senza mai eccedere, senza scadere nel banale o cadere nel drammatico. Le due ore di film scorrono, catturando lo spettatore, che non può non identificarsi con qualcuno dei personaggi, perché sono uno spaccato dell’umanità. Neanche a dirlo notevole il cast, che come tutti i film di Genovese, è sempre ricco di grandi attori (nel film sono presenti anche Vittoria Puccini, Giorgio Tirabassi, Lidia Vitale e Lino Guanciale). Un’alchimia perfetta tra cast, fotografia, regia accompagnata dalla bellissima canzone di Giorgia (arrangiato da Maurizio Filardo) che vuole suggellare così il grande ritorno in sala di un inedito Paolo Genovese.
Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia