(ASI) Commovente, intenso e drammatico. EO pone l’accento sulla sensibilità e la dolcezza degli animali. Il protagonista è un asinello, di nome EO, che dopo il fallimento di un circo, viene tolta dalla sua amata padrona incominciando un’odissea che dalla Polonia lo porterà in Italia. L’amore proprio per la prima padronale sarà la spinta per l’asinello per avventurarsi nella sua ricerca.
Immagini suggestive, inquadrature per far comprendere il punto di vista di EO arricchiscono la poesia del film italo-polacco di Jerzy Skolimowski. Gli umani sono sullo sfondo, rappresentando un universo eterogeneo e diversificato, come la buona Kasandra (Sandra Drymalska), il girovago Vito (Lorenzo Zurzolo), l’ambigua contessa (Isabelle Huppert). Nonostante il film abbia dei limiti sulla sceneggiatura, ciò non inficia la qualità e la forza artistica dell’opera che coinvolge e colpisce lo spettatore. Il film presenta anche una denuncia contro certi allevatori e di come vengano trattati le bestie da soma. EO è la personificazione di un fragile, abbandonato e alla ricerca di affetti e amore, che gli sono stati tolti. E’ trattato il tema del viaggio, che in certi casi può essere davvero amaro specialmente per una creatura sola e indifesa.
Proprio per la sua intensità, Cannes gli ha riconosciuto in ex aequo con Le otto montagne il Premio della giuria.
Daniele Corvi - Agenzia Stampa Italia