(ASI) Spettacolare, colorato, intenso, emozionante; non bastano gli aggettivi per descrivere la magnificenza dell'opera prima di Michael Gracey, autore di un musical dall'impatto visivo ed emotivo devastante.
Il film si ispira alla storia vera di P.T. Barnum, il creatore del circo moderno, che grazie all'immaginazione ed all'intuito nel campo del business che lo contraddistinguevano, si è imposto alla storia come il più grande 'showman' di tutti i tempi.
Umile figlio di un sarto, che rimarrà presto orfano trascorrendo un’infanzia buia e povera, P.T. crede nel sogno americano e grazie a innumerevoli sacrifici ed una tenacia che lo accompagna per tutto il corso della sua esistenza, riesce a ritagliarsi un ruolo di grande rilevanza nella società del tempo. Riesce a costruirsi la famiglia che ha sempre desiderato, sposa la dolce Charity (interpretata dalla meravigliosa Michelle Williams), del quale è innamorato fin dall'infanzia, che per seguirlo abbandona i privilegi della propria famiglia, da cui ha due bellissime bambine. Per far successo Barnum, dopo il poco apprezzato Museo delle stranezze che edifica nel centro di Manhattan per lo sgomento (e la curiosità morbosa) dei newyorkesi, si inventa un circo delle stranezze con personalità eccentriche e fuori dal comune, tra cui la donna barbuta e il gigante irlandese, il nano Tom Thumb e i gemelli siamesi.
A volte però la brama di successo ti distoglie da quanto di bello hai già e questo accade con l’arrivo della bellissima cantante svedese Jenny Lind (Rebecca Ferguson). E sarà quindi compito di Barnum capire veramente ciò che conta nella vita e cosa può renderti veramente felice.
Ennesima straordinaria interpretazione di Hugh Jackman che tanto ci aveva strabiliato con Les Miserables e che qui ha saputo fare ancora di meglio; è lui l’anima del film ma tutto il cast lo supporta in maniera eccelsa. Ricordiamo tra tutti soprattutto Zac Efron, alla prima vera prova matura della sua carriera che dopo "High School Musical" ha dato nuovamente prova delle sue doti di cantante e ballerino. Ma tutti i componenti del circo delle stranezze sono personaggi meravigliosi, dalle caratteristiche più disparate che creano un arcobaleno di emozioni dal quale si fa a fatica a distaccarsi una volta terminata la pellicola.
Probabilmente "The Greatest Showman" è uscito nell’anno sbagliato perché alla notte degli Oscar, fronteggiando film come "La forma dell’acqua" e "Tre manifesti a Ebbing Missouri", non è riuscito a portare a casa nessuna statuetta, ma sono in tanti a dire che qualcuna sicuramente l’avrebbe meritata.
Ma alla fine non importa, non contano i premi o il successo, il vero spettacolo è la vita stessa, quella che abbiamo davanti a noi e insieme alle persone più care.
Alessandro Antoniacci –Agenzia Stampa Italia