(ASI) Siamo nel 1963, Università di Cambridge. Stephen è uno studente di cosmologia, Jane invece è una studentessa di lettere che si sta specializzando in Francese e Spagnolo. Tra i due è subito alchimia, si innamorano perdutamente e la loro storia è destinata a durare e cambiare nel tempo.
Da lì a poco però Stephen viene colpito dalla SLA (Sindrome laterale amiotrofica), una malattia neurodegenerativa che mantiene attivo il cervello, ma blocca a poco a poco tutte le funzioni vitali. Stephen si chiude in sé stesso, non vuole più uscire di casa e rifiuta con tutte le sue forze il male che lo ha colpito, ma col tempo inizia a conviverci, lo accetta, grazie soprattutto al sostegno della sua compagna.
Torna a dedicarsi così ai suoi studi e nel 1988 pubblica il libro “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”. Il suo capolavoro, l’opera che gli ha permesso di essere annoverato tra i più grandi scienziati del Ventesimo secolo.
Ma la pellicola di Marsh non è solo cronologia della vita di Hawking, il vero tema centrale è il legame profondo esistito tra lo scienziato e Jane Wilde, colei che ha rinunciato a tutto pur di stargli vicino. La donna non si abbatte mai e sopporta qualsiasi cosa pur di renderlo felice, tanto da decidere di non lasciarlo nemmeno quando incontra e si innamora di un altro uomo. Nel 1990 la coppia si separa perché entrambi si rendono conto che il reciproco sentimento è esaurito, ma tra i 2 rimane una profonda amicizia, tale da indurre Jane a scrivere il libro “Travelling to Infinity: My Life with Stephen” . Ed è proprio da questo libro che la pellicola è tratta.
Il 14 marzo 2018, all’età di 76 anni Stephen Hawking si è spento, attribuendo alla pellicola ulteriore valore, dato il merito di aver narrato la storia di un uomo che ha cambiato il modo di concepire l’Universo. La magistrale interpretazione di Eddie Redmayne gli è valsa il meritatissimo Oscar come migliore attore protagonista, mentre Felicity Jones, ha saputo doviziosamente interpretare Jane, donna dall'infinito coraggio, ma altresì dotata di grande dolcezza e sensibilità.
In conclusione James Marsh è stato bravissimo nel narrare le vicende di un uomo eccezionale, consapevole della propria infinita intelligenza messa al servizio dell'intera umanità, ma al contempo persona dolce e dedita nei confronti della sua amata.
Alessandro Antoniacci – Agenzia Stampa Italia