(ASI) Grazie al successo di pubblico e critica, "Dunkirk", l’ultima pellicola del regista inglese Christopher Nolan, ha ottenuto un incasso straordinario: circa mezzo miliardo di dollari ed un’unanimità di elogi ad uno dei migliori film diretti dal regista britannico, autore della trilogia del “Cavaliere Oscuro” e altri capolavori del calibro di “Memento” ed “Inception”.
“Dunkirk” si discosta molto dai precedenti lavori di Nolan. Il film infatti risulta preciso e lineare, l’azione sostituisce la parola, la storia è narrata in maniera nuda e cruda e non ci sono supereroi, solo protagonisti reali di un tragico momento storico. “Dunkirk” racconta infatti un episodio fondamentale accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, l’“Operazione Dynamo”, fortemente voluta dal Primo Ministro inglese Winston Churchill, che portò al salvataggio di più di 300.000 soldati inglesi dalla spiaggia di Dunkerque, circondata dai soldati nazisti.
Dal punto di vista temporale l’intera vicenda è divisa in tre parti: c'’è la settimana vissuta dai soldati, per lo più giovanissimi, che attendono soccorsi e cercano via di scampo a terra. C’è poi la giornata vissuta da un padre di famiglia, suo figlio ed il suo amico che decidono di percorrere cinquanta miglia di mare per dare il loro contributo. Infine c’è l’ora di un pilota di un caccia Spitfire che difende i soldati sorvolando con un collega la spiaggia. Il tempo, dunque, diventa per l’ennesima volta protagonista nelle pellicole di Nolan, grazie a tre momenti ben distinti che si intrecciano tra di loro convergendo in un unico evolversi della situazione, rappresentando a loro volta tre elementi fondamentali: terra, acqua e aria.
Il soldato Tommy, il patriottico civile Mr. Dawson ed il pilota Farrier, sono i tre protagonisti, il cui punto di vista fa da filtro rispetto agli orrori della guerra, messa in scena in tutta la sua crudezza e disperazione. Uno speciale plauso lo merita l’ottima e convincente interpretazione dell’esordiente Fionn Whitehead , che dà vita ad una prova caratterizzata da pochi dialoghi, ma estremamente espressiva. Menzione doverosa anche per Tom Hardy, che si conferma ormai garanzia di qualità interpretando un personaggio le cui emozioni sono espresse esclusivamente dagli sguardi.
Christopher Nolan ha firmato sia la spettacolare regia che la sceneggiatura di questo film, un progetto che ha sfruttato la tecnologia Imax e la pellicola 65mm per offrire agli spettatori un’esperienza unica a livello visivo ed emotivo. La volontà del regista non è tuttavia quella di raccontare la storia, bensì quella di trasporre la solidarietà che mossegli intenti dei protagonisti ed il sacrificio a cui andarono incontro.
Non c’è l’esercito americano che arriva a sbrogliare la situazione, l’unica vittoria è la ritirata ed i veri salvatori sono i cittadini inglesi che hanno messo a disposizione le loro imbarcazioni per andare a salvare i soldati. Viene esaltata la grandezza dell’Inghilterra e messa in scena l’umanità che ha caratterizzato tutti i protagonisti.
Il regista è andato dritto alla verità della natura umana, ha saputo scavare nell’animo dei protagonisti senza farci conoscere praticamente neanche i loro nomi, ma l’ha fatto con semplicità e maestria.
Alessandro Antoniacci –Agenzia Stampa Italia