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Cinema, Toy story 3 – la grande fuga

 

(ASI) La Disney ha compiuto la missione e si è aggiudicata l’ennessima statuetta per il miglior film d’animazione, che oltre a ciò ha pure sbancato nel 2010 il botteghino. Che volere più di così? Anche la statuetta per la miglior colonna sonora originale. I giocattoli hanno una magia dentro di loro, la Disney l’ha capito e ne è fatto un patrimonio… Che succede quando un bambino cresce? Smette di giocare e dimentica i suoi giocattoli. Quei pupazzi che tanto aveva amato e con cui aveva passato delle ore a fantasticare e che con il tempo diventano solo robaccia ammucchiata nella soffitta o vengono donati o addirittura buttati nella spazzatura. Ma il film della Disney ci insegna che i giocattoli hanno una loro anima e che il sogno più bello per loro è di continuare a giocare con il loro bambino. Così ritroviamo il cowboy Woody, l’astronauta Buzz Lightyear, i coniugi Potates, il T-rex, il salvadanaio a forma di porcellino Hamm, il cane-molla Slinky e la cowgirl Jessie con il suo cavallo Bunsay (personaggi introdotti nel secondo capitolo) che vivranno questo terribile momento perché Andy, ormai diciassettenne se ne sta andando al college e ha deciso di mettere in soffitta tutti, tranne il prescelto Woody. Per errore gli altri penseranno di essere stati buttati e si ritroveranno insieme a una Barbie della sorella di Andy ad essere destinati a un asilo, per avere un destino all’insegna del gioco. Ma lì troveranno molti nemici e insidie tra cui un vecchio orso di pezza, Lotso, che non ha dimenticato il dolore dell’essere stato sostituito. Il cartone animato ha una vicenda interessante e con un bell’intreccio, che sottolinea quel sottile passaggio che divide l’infanzia dall’età adulta. I giocattoli fanno parte di quel mondo spensierato e pieno di sogni, che con gli anni non si ha più e che può ritornare per quei bambini cresciuti e per i giocattoli solo nel caso in cui arrivino dei figli in un futuro e che i giochi passino da un padrone all’altro e che con esso venga anche trasmesso l’amore e l’affetto per quelle cose simbolo dell’infanzia. Ad ogni modo c’è sempre un bambino dentro di noi e primo poi capita sempre di riprendere qualche vecchio giocattolo amato. Finale commoventissimo.

 

Voto film: 8

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