(ASI) Nell’ambito del Festival del Cinema di Roma il Centro Sperimentale di Cinematografia presenterà al Museo Maxxi il 18 ottobre alle ore 16.00 pv il volume “Asia Argento: la strega rossa” edito da CSC e Edizioni Sabinae. In questa occasione il pubblico avrà occasione di incontrare l'artista.
Il libro racconta il talento poliedrico di Asia Argento, disegnando un ritratto completo del suo mondo artistico, professionale e spirituale, non solo attraverso immagini dei suoi film, ma anche con disegni, racconti e scatti fotografici privati dell'artista. Una sezione del volume è dedicata al reportage di Stefano Iachetti, autore del libro, sui set di Era di marzo e Incompresa.
Le fotografie ritraggono l'artista in azione e mostrano il suo lato meno glamour e più vero, lontano dall'icona pop e trasgressiva a cui siamo abituati. Le fotografie sono anche protagoniste della mostra allestita nel foyer della sala Santa Cecilia (dal 16 al 21 ottobre) e nella sala conferenze stampa - Spazio Risonanze (dal 16 al 25 ottobre).\
Prefazione
Per gli spettatori che hanno meno di quarant’anni, Asia Argento è come una compagna di classe ribelle, una coetanea strana e affascinante. La sua inquietudine di adolescente era apparsa alla fine degli anni ’80, un po’ noiosi e un po’ fangosi.
L’ abbiamo scoperta come figlia di Nanni Moretti in Palombella rossa, ormai un quarto di secolo fa. Ma a lanciarla fu Michele Placido, con un esordio nella regia che sorprese per molte ragioni, Le amiche del cuore. E in anni in cui il cinema italiano si risollevava dal minimalismo e cercava di aprirsi a nuovi luoghi, esplorando la penisola, lei era perfetta come referente giovane dello sguardo dei registi, come contraltare per Verdone in Perdiamoci di vista o, nel suo miglior ruolo del periodo, per Michel Piccoli, in Compagna di viaggio di Peter Del Monte.
Negli ultimi decenni è impossibile trovare un’attrice italiana che sia così a suo agio nel mondo del cinema americano e in quello francese, che si sappia muovere tra il film di genere e il film d’autore, tra il film contemporaneo e quello in costume. La polarità tra bad girl sfrontata e nuova Barbara Steele nei film del padre (da Trauma al Dracula) si è arricchita di aggiunte curiose. La sua fisicità dinamica la rende perfetta per i film d’azione (xXx o molti polar), ma l’abbiamo anche vista come du Barry un po’ grunge in Marie Antoinette di Sofia Coppola, trionfo delle crinoline con sneakers. È stata musa di Abel Ferrara in un paio di lungometraggi claustrofobici e curiosi, e poi Romero, Gus Van Sant, Breillat, Bonello, Assayas… insomma, a dispetto della sua immagine così definita, un ventaglio di ruoli che cerca spesso strade nuove. Attrice tutt’altro che educata; scomposta, altalenante, vitale, nevrotica, inquieta, Asia Argento è forse l’unica diva, consapevole e che agisce come tale, in un cinema che “è diventato piccolo”, come una Norma Desmond post-adolescente, recentemente approdata anche, da eterna figlia incazzosa, a ruoli di madre.
Ma a renderla simpatica a molti, compreso chi scrive, sono stati anche i suoi film da regista, che pure sono, a prenderli male, irritanti, proprio perché così impudichi, viscerali, narcisisti. Già il primo squinternato Scarlet Diva era un film che nasceva da una necessità e da un disagio veri, e aveva dietro un sogno di cinema e divismo scomposto ma bigger than life. E perfino Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa aveva sprazzi che lo rendevano migliore del romanzo, pieno di cascami maledettisti, del cosiddetto J.T. Leroy. È innegabile però che la maturità artistica di Asia Argento sia giunta solo con la terza regia, Incompresa, film ironico e saggio, tutto giocato sulla distanza da un’adolescenza anni ’80 e l’adesione a uno sguardo ragazzino che vede gli adulti come figure grottesche e monodimensionali. Un film che conferma una personalità forte e una sincerità viscerale, e fanno di Asia Argento, oltretutto, uno dei nostri registi che vien voglia di seguire con maggior interesse.
Emiliano Morreale (Conservatore di CSC-Cineteca Nazionale)