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“L’ULTIMA CONFERENZA DEL PROFESSOR NARDELLI” - La pratica devozionale di andare scalzi e altre modalità e mezzi « per impetrare grazie » a sant’Ubaldo.

Giovedì 25 Novembre alle ore 18:00, presso la “Sala degli Affreschi” del Palazzo del Comune di Gubbio in Piazza Grande, sarà presentata “L’ULTIMA CONFERENZA DEL PROFESSOR NARDELLI” - La pratica devozionale di andare scalzi e altre modalità e mezzi « per impetrare grazie » a sant’Ubaldo. L’incontro organizzato dal Rotary Club di Gubbio vedrà come ospiti il prof. Attilio Bartoli Langeli Presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria quale moderatore, la prof.ssa Patrizia Biscarini coautrice con lo scomparso prof. Giuseppe Maria Nardelli del lavoro La pratica devozionale di andare scalzi e altre modalità e mezzi « per impetrare grazie » a sant’Ubaldo da cui la conferenza trarrà origine (pubblicato nel BOLLETINO della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, volume CVI fascicolo primo, sezione Fonti documenti materiali, Perugia, 2009) ed il prof. Alessandro Menghini dell’Università di Perugia come relatori.

La relazione originale infatti si sarebbe dovuta tenere il 22 aprile scorso, sempre alla presenza della studiosa Biscarini, ma purtroppo ciò non è mai stato possibile per il decesso del compianto rotariano Giuseppe Maria Nardelli. Patrizia Biscarini era stata infatti sua strenua collaboratrice in numerosi lavori storici e scientifici per tanti anni, al punto di essere incaricata direttamente dallo stesso professore di studiare il suo archivio privato una volta che egli fosse scomparso.

Attualmente del Nardelli, che in vita era stato insignito del premio per meriti rotariani Paul Harris, della medaglia d’oro della Società Italina per il Progresso delle Scienze ed a cui era stata assegnata la cattedra di Etnobotanica presso l’Università di Perugia, sono uscite ben cinque ampie biografie a livello nazionale presso storiche istituzioni di alta cultura quali la medesima Società Italiana per il Progresso delle Scienze, la Società Chimica Italiana, l’Accademia Italiana di Storia della Farmacia, la Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, l’Associazione Nazionale Caduceo.

La conferenza, che verrà introdotta e moderata dal prof. Bartoli Langeli, una delle più illustri figure della cultura umanistica nazionale, si articolerà in due parti. La prima, di tipo documentale ed archivistico, che sarà curata dalla Biscarini, la seconda di carattere botanico e scientifico trattata da Alessandro Menghini. Il prof. Menghini, amico e stretto collaboratore di Nardelli (parteciparono insieme al noto ripristino botanico di Parco Ranghiasci) avrà infatti l’onere di illustrare la sezione che avrebbe dovuto relazionare il Nardelli stesso, mostrando per la prima volta al pubblico la ampia presentazione informatica originale ed inedita, ricchissima di immagini, didascalie e spiegazioni, realizzata dall’autore.

Proprio per questo particolare, l’evento si caricherà di un raffinato significato civico, culturale e rotariano, poiché permetterà a tutti di fruire ed apprendere le ultime nozioni e scoperte dello studioso eugubino affacciato da tempo alla ribalta della comunità scientifica e culturale nazionale.

Con questo incontro, e qui la singolarità della cosa, si avrà l’occasione per l’ultima volta di “ascoltare” e gustare la “voce” del prof. Nardelli attraverso le immagini da lui pensate come corredo alla pubblicazione originale. Si tratterà dunque di un evento pubblico che andrà ben oltre al solo impegno culturale di Club, soprattutto grazie al calibro dei relatori che interverranno e che si cimenteranno su argomenti di agiografia, botanica, scienza archivistica, storia locale, collegati alla figura del Santo Patrono di Gubbio.

La conferenza di Giovedì 25 Novembre è stata resa possibile grazie alla disponibilità e sensibilità del Comune di Gubbio, che ringraziamo, ed alla famiglia Nardelli per avere dato l’assenso alla manifestazione e per aver messo a disposizione materiali e conoscenze.

La serata del 25 novembre, una volta terminato l’incontro pubblico, proseguirà in forma privata con una conviviale per i soli rotariani e loro ospiti, mentre nella giornata successiva si terrà l’Interclub con il Rotary di Gualdo Tadino.

Data l’importanza culturale e scientifica dell’avvenimento di Giovedì 25 Novembre tutte le Autorità, la cittadinanza e la stampa locale e regionale si ritengano graditi ospiti.

GENESI, VICENDA E RIASSUNTO DELL’ULTIMO LAVORO DI GIUSEPPE MARIA NARDELLI E PATRIZIA BISCARINI:

La pratica devozionale di andare scalzi e altre modalità e mezzi « per impetrare grazie » a sant’Ubaldo

L’idea della ricerca sulla pratica devozionale di andare scalzi e altre modalità e mezzi “per impetrare grazie” a sant’Ubaldo è nata dopo che il prof. Giuseppe Maria Nardelli ha rintracciato presso l’Archivio di Stato di Firenze un documento, del 1528, dove si parla di una donna che, per chiedere una grazia a sant’Ubaldo, non per sé, ma per la duchessa Eleonora Gonzaga, dalla città di Gubbio, allora inserita nel ducato di Urbino, si era recata a piedi scalzi lungo i tornanti del monte Ingino, fino alla cima, dove è tuttora posta la chiesa intitolata al patrono eugubino e dove riposano le sue spoglie. Poiché la fonte documentaria fa riferimento alla moglie di Francesco Maria I Della Rovere e poiché, sempre presso l’archivio fiorentino, sono state trovate altre lettere che parlano dei rapporti di un altro Della Rovere, Francesco Maria II, con la chiesa di S. Ubaldo a Gubbio, il professor Nardelli ha pensato di sottoporre all’attenzione della dott.ssa Patrizia Biscarini quei documenti perché li trascrivesse, interpretasse e ampliasse la ricerca e analizzasse altri aspetti in modo da capire come la devozione nei confronti del patrono eugubino sia stata sentita dai Della Rovere e, prima, dai loro predecessori, i Montefeltro. Andare a piedi nudi alla chiesa sommitale per chiedere un miracolo, dunque; ma molte altre furono le usanze praticate dai devoti del santo di Gubbio per ottenere la guarigione da svariate afflizioni fisiche e psicologiche, e il prof. Nardelli ha provato ad indagarle, curando la parte centrale e finale del saggio. Oltre che su fonti documentarie, lo studio si è basato, quindi, su alcuni testi fondamentali, scelti all’interno della copiosa letteratura prodotta in passato sul patrono eugubino. In particolare, ampie testimonianze delle forme di richiesta di grazia, effettuate con particolari mezzi, sono riportate dal canonico lateranense Carlo Olivieri, il principale diffusore della vita e delle capacità taumaturgiche di sant’Ubaldo, nell’ambito di un piano di valorizzazione del suo Ordine, agli inizi del XVII secolo. In particolare, l’opera dell’Olivieri è stata analizzata per ricavare dati importanti, che vengono presentati e commentati, ma non sono mancati riferimenti al testo di Giordano, primo biografo del patrono eugubino, e a quello dell’autore settecentesco Gian Francesco Manaresi. Il saggio, infine, è arricchito di appendici che sono state curate da entrambi gli autori.

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