Escluse attenuanti nei suoi confronti, in quanto con “l’esplosione di un colpo di pistola a quella distanza dall’obiettivo, pur costituito dalla parte inferiore del veicolo in movimento, non poteva oggettivamente garantire anche al più esperto tiratore la precisione del bersaglio in relazione al tipo di arma corta (pistola) utilizzata e alle altre peculiarità del caso (presenza della rete metallica e movimento del veicolo)”. “E ciononostante – hanno concluso i supremi giudici – Spaccarotella effettuò lo sparo e, perciò, ne accettò tutte le possibili conseguenze”. Il fatto che l’agente abbia accettato le possibili conseguenze, per la Cassazione è aggravato “dalla specifica competenza in materia di armi e dal servizio di garanzia dell’ordine pubblico da lui prestato, come assistente della polizia stradale, in quello specifico frangente e contesto territoriale”.