(ASI) Tutti e ciascuno, anche con le proprie famiglie, al Politecnico di Milano perché l'italiano non deve fare la fine del tibetano. Tutti coi forconi (gonfiabili, ovviamente) contro il genocidio linguistico degli italiani deciso al Politecnico milanese dove un Rettore ed un Senato Accademico di una ventina di persone hanno deciso non s'insegnerà più in lingua italiana.
Sono centinaia e centinaia i libri italiani che verranno sostituiti da quelli inglesi! Verranno assunti docenti madrelingua inglese, e via dicendo.
Una cosa del genere non è mai accaduta in Europa né sotto occupazione nazista né nell'Europa dell'Est sotto il regime sovietico! Tutto il sangue versato e le vite immolate per la libertà degli italiani attraverso 1 Risorgimento, 3 guerre d'Indipendenza Italiane, 2 guerre mondiali e 1 Resistenza antifascista italiana... per ritrovarci discriminati come italiani nelle nostre stesse università statali!
"È una follia!" come ha dichiarato il Giudice della Corte Costituzionale Paolo Grossi.
Chiediamo a ciascuno, oltre alla partecipazione e adesione, di contribuire per quel che può, anche un euro, alle spese di manifestazione: striscione, cartelli, forconi (gonfiabili), gazebo, di trasporto, etc. facendolo all'indirizzo: http://www.buonacausa.org/al-politecnico-per-difendere-litaliano
Per chi ha FB può aderire all'iniziativa qui: http://www.facebook.com/events/333813060027875/ In barba a tutte le raccomandazioni del Consiglio Europeo in materia di multilinguismo, in barba all'articolo 3 della Costituzione Italiana, in barba alla lingua ed al futuro delle generazioni italiane, il Politecnico di Milano, con il benestare del Ministro Profumo, non intende più utilizzare la lingua italiana nei suoi Corsi di Laurea Magistrale, che saranno esclusivamente in lingua inglese. La sottomissione linguistica del Rettore del PoliMi e di chi lo sostiene non può e non deve essere condivisa. Far studiare i nostri giovani solo in inglese, in una lingua a bassa definizione, com'è qualsiasi lingua che non sia la propria, porta ad uno scadimento della formazione stessa. Così lo Stato, ma anche gli studenti, avranno da un’Università statale un doppio danno: una formazione scadente (già in atto peraltro con il passaggio al 3+2) e, nel contempo, ingegneri, architetti, disegnatori industriali di bassa qualità e privi del lessico professionale italiano atto a comunicare con connazionali e amministrazioni. Per questo l'Associazione Radicale Esperanto promuove per mercoledì 20 giugno dalle ore 10 alle 15 di fronte al Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci 32, una manifestazione per protestare contro questo provvedimento assassino della notra lingua. Preannuncia la tua partecipazione o esprimi il tuo dissenso con le decisioni del Politecnico milanese scrivendo a .
----------------------------- Appello a difesa della libertà di insegnamento
Categoria: Politica e lingue
Al Magnifico Rettore e agli organi di Governo Politecnico di Milano Appello a difesa della libertà di insegnamento I sottoscritti, docenti e ricercatori del Politecnico di Milano Premesso che: 1) Il Senato Accademico e il Consiglio di amministrazione, rispettivamente nelle sedute del 15.12.2011 e del 20.12.2011, hanno approvato le Linee strategiche di Ateneo 2012-2014; 2) A seguito di tale approvazione, nella seduta del 23.01.2012, il Senato Accademico ha deliberato le prime azioni sull’internazionalizzazione dell’Ateneo, predisponendo le risorse per farvi fronte, al fine di rendere obbligatorio – senza alternative - l’insegnamento nella lingua inglese di tutti i corsi di Laurea magistrale, a partire dall’A.A. 2014; Considerato che: 1) tali provvedimenti, nella parte in cui impongono l’uso esclusivo della lingua inglese per l’erogazione dei corsi di laurea magistrali, comprimendo la libertà di scelta di docenti e studenti e il pluralismo dell’offerta formativa, appaiono in palese contrasto con l’art. 33 della Costituzione, a tenore del quale “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”; 2) essi risultano altresì lesivi del fondamentale principio di uguaglianza, di cui all’art. 3 della Costituzione, nella misura in cui introducono surrettiziamente un criterio di discriminazione su base linguistica, con effetti sicuri, anche se non del tutto prevedibili e governabili, sulle carriere del personale docente e su quelle degli studenti; 3) sotto diverso ma non meno importante profilo, le delibere in oggetto sono, all’evidenza, illegittime per violazione dell’art. 271 del r.d. del 31 agosto 1933 n. 1592, il quale dispone che “la lingua italiana è lingua ufficiale dell’insegnamento e degli esami in tutti gli stabilimenti universitari”. Tale norma, pur a fronte delle molteplici riforme che hanno interessato l’Università e che hanno certamente portato al superamento di molte delle disposizioni ivi contenute, non è mai stata abrogata ed è certamente norma ancora oggi vigente – e, anzi, rafforzata – dalle molte riforme dell’università sopravvenute, con le quali si prevede che la conoscenza della lingua italiana sia presupposto indefettibile per l’accesso all’università e per l’ottenimento di qualsivoglia titolo universitario (così il d.m. 270/04); 4) le delibere contestate finirebbero per stravolgere il senso dell’art. 2, comma 2, lett. l) della legge 240/10, il quale, nel promuovere l’internazionalizzazione dell’Università, mira a promuovere l’integrazione fra le culture - e non ad imporne una, peraltro non la propria, a scapito delle altre - e non a comprimere ma ad ampliare l’offerta formativa; 5) né sembra condivisibile l’idea che ciò sia fatto in nome della qualità e dell’eccellenza, essendo, al contrario, evidente che l’insegnamento nella lingua madre – e talora l’italiano e non l’inglese è madre non solo dei docenti ma anche della materia insegnata – sia di qualità superiore, per ovvie ragioni, di quello impartito in una lingua diversa; Per tutte queste ragioni, i sottoscritti docenti del Politecnico di Milano invitano codesta Amministrazione a non dare ulteriore seguito alle delibere adottate e, previa sospensione dell’efficacia delle stesse, a revocarle in parte qua. Con riserva, in mancanza, di tutelare i propri diritti e interessi presso le competenti sedi. Milano, 25 aprile 2012 Segue l’elenco dei 285 docenti e dei ricercatori firmatari.
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