(ASI) Nella solenne Sala dei Notari di Piazza 4 Novembre si è svolta oggi la discussione sul rapporto tra etica e giornalismo tra il ministro della Giustizia Paola Severino, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino e il presidente, nonché giornalista e scrittore, Enzo Finzi.
Finzi ha esposto i risultati di una ricerca unica nel suo genere, svolta su un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i 15 e i 70 anni, sull’etica del giornalismo. Dai risultati emerge una situazione piuttosto preoccupante: nonostante ci sia una rassicurante convergenza tra come gli italiani pensano debba essere il giornalismo etico e come lo descrive la regolamentazione sulla materia, si evidenzia anche un diffuso senso di insoddisfazione e di sfiducia nei media, percepiti come tendenziosi; si salva solo la comunicazione su Internet.
Finzi, esponendo i dati raccolti, ha chiesto al ministro cosa pensasse in merito. A questo proposito il ministro ha espresso la sua soddisfazione nel rilevare la maturità della cultura collettiva sull’etica del giornalismo e ha espresso la sua approvazione sulle aspettative dei cittadini rispetto ai media, tra cui la verità e la completezza delle notizie, la distinzione tra fatti e opinioni, la non lesione della dignità e il rispetto delle leggi e della deontologia professionale.
“Preoccupa il senso di sfiducia (…), se guardiamo il livello di normativa ci rendiamo conto che siamo superdotati, ma che poi il sistema non funziona”, afferma il ministro. La soluzione proposta non è quindi aggiungere altra legislazione, ma semplificare e unificare quella già presente, risolvendo i problemi che si presentano soprattutto nel momento dell’applicazione delle regole.
Su questo si è trovato d’accordo anche Iacopino, che ringraziando il ministro per la sua immediata disponibilità rispetto alla necessità di riforma dell’Ordine dei Giornalisti, ha espresso la perplessità sulla regolamentazione e sulla limitazione all’uso dei blog, dato che la maggior parte dei cittadini ritiene Internet la miglior fonte di informazioni. Il ministro ha però chiarito che la limitazione all’uso dei blog è necessaria, perché la diffusione di questo strumento, che permette di diffondere idee anche in forma anonima, può incentivare pulsioni pericolose se non opportunamente controllato.
Si è infine riflettuto sul tema delle intercettazioni, che, se da una parte sono uno strumento indispensabile per il lavoro giornalistico, dall’altra parte possono ledere gli interessi della magistratura e dell’indagato. Il ministro ha dichiarato che si sta lavorando su una normativa basata sul bilanciamento ragionato degli interessi di tutte le parti interessate, ovvero magistratura, indagati e giornalisti.
L’incontro si è concluso con l’invito di tutti i relatori a proseguire la discussione su questa strada, con l’intento di restituire all’Ordine dei Giornalisti i mezzi per garantire la credibilità e la fiducia dei lettori nel segno del fondamentale diritto di informare e ad essere informati.
Beatrice Cuniberti