(ASI) Lettera in redazione.In America la verità sulla lobby animalista comincia a venire a galla. In Italia è difesa dalla politica per ragioni elettorali. Agnelli e Andreotti grandi amici del circo.… Come la mettiamo con gli animalisti? Ritiene percorribile la strada di continuare col muro contro muro?
"L’obiettivo del circo deve essere quello di sfondare il muro e, mi creda, non occorre nessuna forzatura, basterebbe portare allo scoperto i loro bilanci, ormai miliardari, i loro statuti… Si scoprirebbe in diversi casi che la cura degli animali non rientra nelle loro finalità se non in modo marginalissimo". Lo afferma Livio Togni, ex senatore e titolare del celebre circo Togni, nell'intervista a Circo.it. "Da anni raccolgo materiale e documentazione al riguardo", prosegue Livio Togni. "L’animalismo organizzato è diventata una lobby potentissima, che gestisce montagne di denaro, che condiziona la politica e i mezzi di informazione. In America la verità sta venendo a galla perché giornali non influenzati dalla lobby animalista si sono messi a indagare. E’ così emerso sul New York Post che la Peta, una delle maggiori organizzazioni animaliste del mondo e che gestisce milioni di dollari ogni anno, avrebbe ucciso il 95 per cento dei cani e dei gatti che ospitava nel suo rifugio per animali di Norfolk, in Virginia. Il New Yor Post ha ribattezzato Peta “People Eradicating Thousands of Animals”, cioè persone che eliminano migliaia di animali". Non è curioso che le fila dell’animalismo in parlamento siano cresciute tantissimo nell’area del centrodestra? "Non mi stupisco più di tanto. La classe politica è ormai sensibile solo ai voti e purtroppo quella italiana non brilla, anzi registro un impoverimento preoccupante: la priorità è diventata quella di perpetuare il proprio potere e non di affermare dei valori e una visione positivi per la società italiana a costo di andare controcorrente". E a proposito della sua esperienza di senatore, Livio Togni rivela di avere condiviso al senato la passione per il circo con l'avvocato Gianni Agnelli ("Col senatore Gianni Agnelli ho parlato spesso di circo, era molto curioso di conoscere i segreti dell’ammaestramento, la vita degli animali e del circo in generale") e con Giulio Andreotti ("il rapporto è stato ottimo. Ho una sua lettera di saluto che mi scrisse al termine del mio mandato, che conservo con molto affetto. Mi diceva: “Ci mancherai…”) Fra meno di un anno si tornerà a votare, non è che sta pensando ad un ritorno? "Per il momento ho altro a cui pensare, mandare avanti Darix Togni e Florilegio è qualcosa che impegna le mie giornate 24 ore su 24". Non mi dica che non ha ricevuto nessun abboccamento… "In effetti qualcosa sì… ma niente di definitivo. Non le nascondo che davanti ad una proposta seria la valuterei". A proposito del futuro del circo tradizionale, Livio Togni non ha dubbi: "Il circo tradizionale vedrà la fine del Cirque du Soleil. Il circo tradizionale è qualcosa di fuori dal tempo, esprime valori, suggestioni, identità uniche, un tipo di unità produttiva familiare che non si trova più altrove. E in questo contesto gli animali sono determinanti: gli esperimenti fatti in Italia da parte di circhi che hanno tentato qualcosa di diverso sono stati negativi. Se si tolgono gli animali non è più la stessa cosa, il circo perde qualcosa di essenziale. Le novità vanno bene e a volte sono utili, ma la tradizione correttamente intesa è innovazione e la nostra carta vincente è essere sempre uguali per essere davvero diversi da tutto il resto".
L'intervista integrale su: http://www.circo.it/livio-togni-il-muro-dellanimalismo-va-abbattuto/