(ASI) Roma - Una dura campagna contro l’evasione fiscale sia mediatica che concretamente nei fatti, si è abbattuta sul nostro Paese.
“Parassita sociale”, questo è il termine ormai entrato nella testa degli italiani che definisce colui o coloro che evadono le tasse. Bene proprio oggi, come ogni giorno, stavo attraversando Piazza Risorgimento, uno dei posti più belli di Roma e soprattutto meta di culto dei turisti di tutto il mondo che passano di lì per recarsi in Piazza San Pietro. Vi chiederete: cosa centra con l’evasione fiscale? Semplice, Piazza Risorgimento pullula di bancarelle ambulanti, di ragazzi immigrati che espongono a terra borse contraffatte, sciarpe, cappelli e quant’altro. Puntualmente, ogni giorno arriva una pattuglia della Guardia di Finanza ed i ragazzi prendono in fretta e furia tutta la loro merce e scappano via, ma la maggior parte delle volte vengono presi e la loro merce sequestrata. Ma proprio nei pressi della Piazza ci sono bar che hanno dei prezzi speciali solo per i turisti, nel senso che se un romano va a prendersi un caffè, lo pagherà 90 centesimi al banco, per i turisti invece una tazzina di caffè può arrivare a superare i 3 euro non indicati ovviamente nel listino. Un caffè ed una tazza piccola di jeanseng totale 8 euro. Chiaramente qui non si parla di evasione, ma di una truffa bella e buona con un introito da capogiro se si pensa che la zona del Vaticano è animata solamente da turisti. Ora, che la merce contraffatta rechi un danno alle nostre industrie è ovvio e non dovremmo spiegarlo, ma il compratore ne è consapevole al momento dell’acquisto, inoltre molto spesso lo straniero non evade le tasse perché semplicemente non può, trovandosi sprovvisto del permesso di soggiorno, ma per qualche ragione oscura nessuna legge è riuscita a comprendere e risolvere la questione immigrazione. Un turista, non necessariamente straniero ma anche al di fuori del Lazio rischia di pagare quasi 10 euro per 2 caffè ed una bottiglietta d’acqua, il che ci fa riflettere, perché sta a noi giudicare se è più parassita un commerciante che non batte lo scontrino oppure un altro che decide di farti pagare tre volte di più cio’ che hai acquistato. Ed ancora, Roma, come tutta l’Italia è piena di dentisti e ginecologi che non dichiarano più di 2.000,00 euro al mese, proponendo ai pazienti prezzi salatissimi: una visita ginecologica varia tra i 150 ed i 200 euro, ma l’astuto ginecologo ti chiede se vuoi la fattura, in caso positivo pagherai il prezzo stabilito, in caso contrario avrai uno sconto, così il paziente pagherà comunque ma non potrà scalare alcuna tassa, mentre il medico non ne pagherà nessuna, ma lì il nostro “politically correct” non ama definirli parassiti sociali. Poco tempo fa, avevamo parlato degli affitti in nero, bene su un noto quotidiano romano “Il Messaggero” proprio il 5 marzo è uscito un articolo intitolato: “Un milione di case fantasma: valgono 472 milioni d’imposte”. L’evasione dunque è un problema serio, un male diventato usanza e costume nel nostro Paese.
Fabrizia Caputo – Agenzia Stampa Italia