(ASI) “Ieri la precarietà ora la vita”. La frase riassume la linea di Sinistra Ecologia e Libertà emersa al convegno “Idee e proposte per il lavoro”, che si è svolto a Perugia a Palazzo dei Priori.
Presentando l’iniziativa nella cornice di una affollata Sala della Vaccara il coordinatore ragionale di Sel Luigi Bori, ha affermato che “il lavoro è oggi la vittima sacrificale della crisi: solo in Umbria un terzo degli occupati sono precari, ed è per questo che noi individuiamo questa come una emergenza e come il principale problema sul quale indirizzare la nostra iniziativa politica”.
Numerosi gli interventi che si sono succeduti sul palco. Stefano Boccioli del coordinamento regionale Sel dell’Umbria – ha lamentato che in Umbria il lavoro non solo è scarso, ma di bassa qualità se è vero che l’Umbria si trova al diciassettesimo posto per l’innovazione tecnologica nella graduatoria delle regioni italiane, per cui “occorre un cambiamento profondo nelle linee di sviluppo della nostra economia”. La raccomandazione, che è anche un forte richiamo alle istituzioni umbre, è stata raccolta nell’intervento del prof. Andrea Ricci, che coordina un gruppo di ricerca universitario sulla materia. Dalle ricerche svolte, ha riferito Ricci, il problema che emerge non è tanto quello del mercato del lavoro, quanto quello del sistema delle imprese. Le aziende italiane non investono nella qualificazione del personale e si fermano ai costi. Usano dunque la flessibilità come risposta alla contingenza e non al futuro, creando due disincentivi : quello delle persone che essendo precarizzate non si fidelizzano e professionalizzano al massimo nell’impresa e quello dell’azienda che non ha interesse a migliorare le prestazioni di dipendenti che ciclicamente cambia. E si tratta di un fenomeno, ha sottolineato Ricci, particolarmente presente in Umbria, dove una imprenditoria con una età piuttosto avanzata sembra indirizzarsi solo sul problema del costo del lavoro e non sulla sua valorizzazione economica. Per questo le istituzioni dovrebbero produrre uno sforzo notevole per incentivare l’imprenditoria giovanile in settori nuovi ed emergenti come quelli dell’economia, verde, della biomedicina, della microtecnologia e della cultura in funzione della salvaguardia del patrimonio, delle tradizioni e del conseguente sviluppo turistico”.
Giuliano Granocchia, già assessore provinciale alla formazione, è partito dall’analisi di Ricci sostenendo che l’Umbria, usando in maniera corretta e efficace il rapporto tra scuola, professioni e offerta e domanda di lavoro, può tornare ad essere un laboratorio di interesse nazionale. “Bisogna saper ascoltare, le esigenze del mercato nel campo della formazione, ha concluso Granocchia, ma anche creare i mestieri che possano incentivare l’apertura di nuovo settori di mercato”.
Potetti, esponente della Fiom Nazionale, in evidenza le ragioni della manifestazione del 9 marzo, mentre alcuni lavoratori precari (un supplente, un neolaureto, una ricercatrice, un cassintegrato della Basell e una parasubordinata) intervenendo nel dibattito, hanno evidenziato, con le loro esperienze, le varie sfaccettature delle quali si compone la “tragedia” del precariato. I lavori sono stati conclusi da Massimiliano Smeriglio del coordinamento nazionale di Sel che ha spiegato le caratteristiche del manifesto nazionale per il lavoro che il partito sta costruendo.
Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia