(ASI) Da stemma e simbolo grafico della Regione Umbria ad “espressione culturale più antica dell’identità regionale”. I Ceri di Gubbio ottengono questo importante riconoscimento grazie ad una legge (la n.1/2012) espressamente e unicamente dedicata alla manifestazione, approvata dal Consiglio regionale all’unanimità dei presenti. I consiglieri Monacelli e Cirignoni, contrari al provvedimento, erano usciti dall’aula prima del voto in segno di dissenso.
La legge consta di cinque articoli, nei quali l’ente regionale non solo riconosce alla festa la sua valenza identitaria, ma la promuove e valorizza, insieme con le “iniziative volte a salvaguardarne i valori sociali, storici e culturali al fine di consolidare e diffondere l'unicità ed esclusività di tale patrimonio”.
Per questi molteplici finalità, la Regione prevede finanziamenti propri annualmente stanziati dalla Giunta regionale. Tali fondi saranno assegnati al comune di Gubbio che ne deciderà l’impiego in base a “progetti condivisi con l’insieme delle istituzioni e associazioni, civili e religiose ” che nella Festa del 15 maggio hanno parte. E proprio su questo punto verteva l’opposizione di Monacelli.
La legge, proposta dal consigliere Smacchi, segna un punto a favore della mobilitazione di molte Associazioni della città, tra cui il Maggio Eugubino, che negli anni scorsi molto avevano contestato l’inclusione della Festa dei ceri nell’indistinto Elenco delle manifestazioni storiche regionali disciplinate dalla legge n. 16 del 2009.
Per antichità, radicamento, significati culturali ed antropologici, a Gubbio, e non solo, si è ritenuto che la Festa dei Ceri non potesse essere semplicemente annoverata tra le tante manifestazioni storiche, civili e religiose, che contribuiscono alle “finalità di promozione del territorio e del turismo culturale”; alla “rivitalizzazione dei centri storici” ed alla “aggregazione e coesione sociale attraverso il ruolo del volontariato e dell’associazionismo”.
Finalità tutte nobili e degne di tutela, riconoscono a Gubbio, ma la Festa dei Ceri, per la sua unicità e per la capacità di rappresentare l’identità degli umbri tutti, esprime qualcosa di più o almeno di diverso. E non bastava a sottolineare questo quid il riconoscimento, pure contenuto nell’articolo 3 della legge del 2009, della particolarità dei Ceri come espressione più “arcaica” dell’identità regionale.. Articolo ora abrogato dalla nuova normativa, che dà una definizione normativa a tutto tondo della festa e la promuove su un gradino più alto rispetto a tutte le feste storiche tradizionali dell’Umbria.