(ASI) Lettra in Redazione. Come si potrà agevolmente evincere dall'attenta disamina delle riflessioni degli autori considerati in questo breve report la valutazione data del '68 e del '77 è analoga, e diremo speculare, a quella di Raymond Aron che abbiamo avuto modo di trattare in un saggio precedente e diametralmente opposta-per esempio- a quella posta in essere dagli intellettuali antagonisti e, fra questi in modo particolare, da Sartre, Foucault, Deleuze, Guattari e Onfray.
Numerosi sono naturalmente gli elementi che accomunano la lucida diagnosi svolta dagli intellettuali italiani presi in considerazione in questo breve saggio: in primo luogo le istituzioni formative furono trasformate durante il 68 in enclave ideologiche, in vere e proprie basi ideologiche e politiche nelle quali l'indottrinamento sistematico e capillare dei giovani si coniugava alla intolleranza, al fanatismo ideologico e alla sopraffazione verbale e fisica nei confronti del dissenso; in secondo luogo determinati partiti e determinati sindacati contribuirono a smantellare la credibilità sia delle istituzioni formative sia delle istituzioni statali-in stretta collaborazione con docenti, presidi e soprattutto intellettuali- assumendo un atteggiamento di stretta collaborazione-quando non di connivenze e complicità- con i gruppi dell'estrema sinistra. In terzo luogo emerge, soprattutto dalle riflessioni di Gentile e Romeo, la scarsa o nulla credibilità dei titoli conseguiti in un contesto formativo come fu quello degli anni '60 e '70 sia in Italia che Francia e in Germania. In quarto luogo, le tecniche di guerra psicologica e di conflittualità non convenzionale messe in atto all'interno delle istituzioni formative-la disinformazione sistematica, l'intossicazione informativa, la visione manichea della realtà storica, l'agitazione sovversiva e l'uso della guerriglia urbana unitamente a un apparato ideologico antiamericano, anticapitalistico, antimilitarista, antiisraeliano e terzomondista- costituiranno la premessa per i movimenti no global degli anni '80 e '90, continuità ideologica questa riconosciuta da alcuni dei più noto esponenti della cultura antagonista attuale e, fra questi, da Bernocchi,Negri e in particolar modo dalla sociologia dei movimenti sociali.